La rete cittadina contro la privitazzazione dell’acqua è tornata in piazza stamane a Nocera Inferiore per dire “NO ALLA GORI”.
Il nuovo ente regionale EIC (che sostituisce i vecchi ATO) secondo gli attivisti continua a proteggere una società inefficiente ed indebitata, che in tanti anni non ha migliorato il servizio idrico ma ha solo aumentato tariffe e bollette. Della rete contro la privatizzazione dell’acqua fa parte anche la Bottega Tutta n’ata Storia che svolge attività legate all’ambiente, alla tutela del territorio, al consumo critico, alla valorizzazione dei beni comuni tra cui acqua, energia, rifiuti e trasporti.
Il presidio di piazza Diaz è servito essenzialmente per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica su di un tema che rischia di cadere nel dimenticatoio e per spingere i cittadini alla mobilitazione.”Molta gente in questi anni si è disillusa, credendo che nulla si possa fare contro la Gori, invece ci sono ancora tante carte che possiamo giocare, la Gori si può mandare via”. Così Mauro Di Serio della Bottega Tutta n’ata storia. “Quello che dobbiamo fare è organizzarci, pressare sindaci e amministratori regionali per mettere all’ordine del giorno la liquidazione della Gori, perché è una società che sta fallendo e soprattutto sta esagerando,parliamo di soprusi con aumenti delle bollette sul filo della legalità per non dire spesso illegali – ha continuato Di Serio ai microfoni di RTAlive – contro questi soprusi la gente può e deve organizzare una sorta di controffensiva. In autunno daremo vita a due grandi manifestazioni coinvolgendo anche gli altri comuni dell’area Sarnese-Vesuviana – ha annunciato l’attivista – con sit in a Napoli e presso la sede dell’ente idrico per chiedere la liquidazione della Gori. Una mobilitazione in linea con quanto già fatto in passato dal compianto Ciro Annunziata che tanto si è speso per questa causa, lui più volte proponeva questo tipo di iniziative, per far capire ai politici che la gente è arrabbiata per questa situazione e anche per coinvolgere direttamente i cittadini. Saranno mobilitazioni pacifiche e nonviolente – ha continuato ancora Mauro Di Serio – cittadini e sindaci del territorio dovranno marciare insieme per far capire che questo carrozzone può essere abbattuto nonostante abbia protezioni politiche forti.
Tuttavia sappiamo benissimo che si tratta anche di una società in evidente stato di difficoltà finanziaria, le carte per poterla liquidare ci sono. Rispetto al nuovo governo ormai in fase di avvio, sappiamo che tra i punti programmatici c’è il tema dell’acqua pubblica, ed anche se non ci fidiamo più di nessuno – ha concluso – staremo con gli occhi aperti, non basta dire no alla privatizzazione dell’acqua, saremo vigili rispetto al nuovo governo affinché mantenga gli impegni presi con atti concreti attraverso la ripubblicizzazione del servizio idrico”.
L’iniziativa di questa mattina è stata dunque la prima di una serie di manifestazioni pubbliche che si terranno non solo a Nocera ma anche in altre città, e che dovranno spingere sia i sindaci per l’acqua pubblica e sia quelli che remano contro, a dare una svolta incisiva al percorso di liquidazione della Gori e ripubblicizzazione del servizio idrico, percorso fattibile solo in presenza di una reale volontà politica.
Intanto resta come caposaldo l’esempio del Comune di Roccapiemonte che ad oggi è l’unico tra i 76 comuni dell’ATO 3 (ente d’ambito Sarnese Vesuviano) che non ha mai ceduto gli impianti idrici all’azienda privata. La lotta del comune di Roccapiemonte ebbe inizio nel 2006 quando , con un’azione di forza di alcuni attivisti, fu materialmente impedita la firma per il passaggio delle consegne da parte dell’allora sindaco. Nel 2008 il comitato locale, in rete con gli altri comitati dell’agro nocerino, fece pressione sul primo cittadino del tempo, affinché adottasse una delibera in cui si sanciva ufficialmente che il Comune di Roccapiemonte non avrebbe ceduto gli impianti al privato. Dal 2009 è iniziata una battaglia legale presso il TAR in cui il comune ha ottenuto due sentenze favorevoli (2011 e 2013) che hanno impedito ad oggi la consegna degli impianti.
L.T..