Caso Elena Ceste. Cassazione rigetta ricorso del marito: confermata condanna a 30 anni.
ROMA. La Suprema Corte ha confermato la sentenza di condanna a 30 anni di carcere emessa in appello a carico del vigile del fuoco Michele Buoninconti, che ha prestato servizio anche al distaccamento di Nocera Inferiore. L’ex casco rosso di Costigliole d’Asti, originario di Angri ed in servizio anche a Nocera, avrebbe dunque ucciso la moglie Elena Ceste e gettato il cadavere in un canale.
Il destino di Michele Buoninconti, dal 2015 in carcere con l’accusa di aver ucciso la moglie Elena Ceste, nella villetta a Costigliole d’Asti, in Piemonte, la mattina del 24 gennaio 2014, è stato deciso. La Corte di Cassazione si è pronunciata con la condanna a trent’anni di carcere emessa durante il procedimento con rito abbreviato. La corte ha confermato la sentenza rigettando le richieste di ulteriori perizie tecniche avanzate dalla difesa, rappresentata dagli avvocati Enrico Scolari e Giuseppe Marazzita.
Il corpo della giovane mamma fu ritrovato a circa un chilometro da casa solo nove mesi dopo la scomparsa, durante i lavori di bonifica del rio Mersa. Michele Buoninconti si era sempre dichiarato innocente sostenendo la tesi che sua moglie Elena, all’epoca 37 anni, madre di quattro figli, si fosse allontanata volontariamente da casa in preda a una sorta di delirio, nuda, senza documenti né cellulare. Secondo quanto ricostruito dalla prima sentenza di condanna, Michele avrebbe ucciso sua moglie la mattina del 24 gennaio. Dopo aver accompagnato i figli a scuola sarebbe rientrato a casa sorprendendo la moglie mentre era intenta a prepararsi per la doccia (quindi nuda). Dopo averla uccisa ne avrebbe trasportato il corpo in auto al vicino canale del Rio Mensa.
Elena Ceste e’ stata uccisa “dal piu’ atavico dei sentimenti maschili: una sete di dominio unita ad un malinteso senso dell’onore. Suo marito aveva una chiara e premeditata volonta’ omicida e una evidente volonta’ di depistare da sé i sospetti e sviare le indagini” così il procuratore generale della Cassazione, Giuseppina Casella, che ha chiesto ed ottenuto la conferma della condanna a 30 anni di carcere.
Luisa Trezza – RTAlive
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