Ad affermarlo l’avvocato Pierluigi Vicidomini, difensore ventennale della vittima ed ora patrocinatore dei suoi familiari.
«Una considerazione – aggiunge il legale – che traspare da una visione diretta dello stato dei luoghi e, in particolare, dalla circostanza che Senatore è stato ritrovato sotto la vettura in retromarcia».
La vittima era agli arresti domiciliari proprio per stalkeraggio nei confronti della 35enne nocerina. Fabrizio Senatore era stato denunciato dalla donna che non ne poteva più delle avances dell’uomo che non si rassegnava ad una storia che non poteva continuare. A confermare le continue pressioni dell’uomo anche alcuni familiari della donna.
Fuori casa della 35enne una scritta attribuita al 43enne salernitano: «Mena ti amo. F.S.» , queste ultime sarebbero le iniziali di Fabrizio Senatore. L’uomo, più volte denunciato, era finito agli arresti domiciliari perché, secondo la denuncia della 35enne nocerina, le aveva inviato una suo foto armato di pistola.
«Si farà di tutto anche per stabilire le precise responsabilità della donna al centro della vicenda – sottolinea l’avvocato Vicidomini -, per determinare cosa abbia fatto esattamente quella sera e quale sia stato il suo ruolo. E questo lo dichiaro anche a nome dei familiari di Fabrizio Senatore».
La vittima viveva con la madre a Matierno in una delle case popolari costruite negli anni Ottanta. Legato ad un’ex compagna dalla quale aveva avuto una figlia oggi diciottenne, l’uomo faceva da diversi anni il camionista. Aveva precedenti per usura con una vecchia condanna a un anno e quattro mesi di reclusione (avrebbe preso soldi per conto di alcune organizzazioni criminali di Salerno) e un’altra sentenza definitiva a un anno e due mesi di pena per stalking nei confronti dell’ex compagna. Da alcuni mesi aveva intrecciato un’amicizia con la 35enne nocerina, conosciuta pare tramite social network, terminata con le denunce e il provvedimento cautelare emesso nelle settimane scorse.
Dell’indagato per l’omicidio, Domenico Senatore si sa solo che era una guardia giurata e quindi immune da precedenti penali. Era ben considerato anche sul luogo di lavoro e stimato nella sua Nocera Superiore. Sposato con figli, il suo matrimonio era entrato in crisi. Era stato denunciato a metà febbraio dalla moglie per maltrattamenti in una vicenda tutta da chiarire. A seguito di questa denuncia, spontaneamente, la guardia giurata aveva consegnato la sua arma ad un collega di lavoro. La moglie, difesa dalle avvocatesse Claudia Pecoraro e Daniela Silvestri, si era allontanata da casa con i figli per timore che la situazione potesse degenerare.
Due profili diversi, di quelli che sembrano non doversi incontrare e pure sono protagonisti di una tragedia in una stretta strada periferica di Nocera che porta verso Pagani, tra quelle che un tempo erano le campagne di Cicalesi, fatte di case isolate e molte in fase di realizzazione. I dubbi sono tanti e le storie personali dei protagonisti avranno un peso nell’evoluzione delle indagini.
Salvatore De Napoli – La Città