Vigilia del 6 aprile, vigilia di un terremoto che nove anni fa ha ferito mortalmente L’Aquila. Mentre la città si appresta a rivivere una notte che sa di dolore, che ha il sapore della polvere delle macerie e le lacrime della morte, l’Unione Europea mischia le carte in tavola e chiede la restituzione delle tasse, che erano state sospese dopo il sisma, a imprese pubbliche, private e professionisti, ritenute aiuti di Stato dalla Commissione. Sono state notificate cartelle esattoriali a circa 350 imprese e professionisti da pagare entro 30 giorni.
La città e gli aquilani, nel frattempo, rivivono il dramma del 2009. Un terremoto tanto lontano quanto ancora vicino. Il Centro Italia trema tutti i giorni e a tutte le ore.
“È la madre di tutte le battaglie per la sopravvivenza economica del territorio e poiché ne va del destino di L’Aquila e del cratere del 2009, daranno battaglia fino all’ultimo e con tutti gli strumenti a disposizione, giuridici, politici e civici, quindi anche attraverso manifestazioni di piazza”. Queste le immediate parole del sindaco.
Tutte parole che potremmo catalogare tra le chiacchiere politiche, in attesa che qualcosa di concreto a favore degli aquilani accada realmente.
Sonia Angrisani
