Processo al giudice Mario Pagano, stralciata la posizione del cognato, il cancelliere del tribunale di Salerno Nicola Domenico Montone. Intanto, presentata una lista testi per oltre una quarantina di persone da parte della difesa del magistrato imputato. Prima udienza del processo nato dal giudizio immediato di due dei principali protagonisti dell’inchiesta sulla presunta corruzione che ruoterebbe attorno al cosiddetto “Sistema Pagano, riferibile al giudice in servizio per anni al tribunale di Salerno.
Un problema di notifica del giudizio immediato a Montone, difeso dall’avvocato Francesco Saverio Dambrosio, ha causato lo stralcio della posizione del cancelliere e il ritorno della posizione al vaglio del Gip.
Presentata la lista testi da parte della procura e della difesa di Mario Pagano, sostenuta dagli avvocati Claudio Botti e Domenico Ciruzzi, nelle quali figurerebbero altri indagati nella stessa inchiesta, diversi residenti a Roccapiemonte e alcuni magistrati degli uffici giudiziari di Salerno. Pagano era presente in udienza.
Parti civili nel processo si sono costituiti l’avvocatura generale dello stato per conto del Ministero di Giustizia e l’imprenditore E.L. che avrebbe avuto torto in merito alle spese processuali in una causa con la Royal Trophy, azienda di Cava de’ Tirreni, il cui patron Roberto Leone è tra gli indagati.
Pagano e Montone erano finiti agli arresti domiciliari l’11 dicembre scorso con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata a commettere delitti di corruzione in atti giudiziari, abuso d’ ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio, millantato credito, traffico di influenze illecite, accesso abusivo a sistema informatico, truffa per il conseguimento di finanziamenti pubblici. Il magistrato e il funzionario sono accusati anche di truffa per aver ottenuto fondi destinati ad un agriturismo a Roccapiemonte, l’Eremo, a loro riconducibile, beneficiario di oltre 230mila euro di finanziamento. Il giudice rocchese è accusato, inoltre, di vari episodi di corruzione in atti giudiziari, avendo sentenziato in procedimenti civili che riguardavano suoi amici, di cui sarebbe stato anche consigliere legale. In cambio avrebbe avuto, tra l’altro, regali e finanziamenti alla squadra di calcio cittadina, la Polisportiva Rocchese, presieduta fino al giugno scorso dal ginecologo Carmine Pagano, fratello di Mario e attuale sindaco di Roccapiemonte, anch’egli indagato nella stessa inchiesta, considerato uno dei principali beneficiari del “sistema” e soprattutto partecipe dell’associazione per delinquere capeggiata dal togato.
Mario Pagano, fine giurista, persona sempre disponibile, uno dei referenti sindacali della magistratura ai massimi livelli, certamente non avrebbe immaginato di dover affrontare un processo, in particolare agli arresti domiciliari, con l’accusa di essere il capo di una sorta di potere occulto all’interno delle pubbliche istituzioni. Il processo dovrà stabilire se il giudice Pagano è un gentiluomo di paese che per la sua disponibilità è andato oltre o di un vero capo gang per assicurare profitti economici e politici ai suoi sodali attraverso l’abuso delle sue funzioni. E certamente non saranno poche le udienze per accertare quanto imputato al magistrato (le prossime saranno il 23 e il 30 aprile prossimo), viste anche le liste di testimoni da ascoltare. E non è da escludere che Mario Pagano possa decidere di rispondere alle domande dei giudici della prima sezione penale del tribunale di Napoli, dopo che si era avvalso della facoltà di tacere nell’interrogatorio davanti al Gip: potrebbe dire la sua sulle imputazioni di capo e promotore dell’associazione, di aver abusato del suo ruolo e dei suoi poteri accordandosi con facoltosi imprenditori per compiere atti contrari ai suoi doveri di ufficio in cambio di denaro o altre utilità e avrebbe creato un reticolo di rapporti con magistrati di ogni ordine e grado, avvocati, politici e professori universitari, tutto per illeciti profitti per sé e i suoi amici.
Intanto, respinte tutte le eccezioni preliminari. Nel frattempo, se da un lato, per il filone principale sono concluse le indagini e pende solo la richiesta di arresto in carcere per Carmine Pagano, ci sono altri aspetti e soprattutto gli omissis da chiarire.
Salvatore De Napoli da La Città