Le sanzioni e le ammende, come è scritto nelle statistiche del ministero dell’Economia, hanno fatto incassare ai Comuni italiani, soltanto nel 2017, 1,67 miliardi di euro. Una bella somma, anche perché si tratta di denaro contante, per le amministrazioni che sanno come incassare i verbali. Soldi che per il 90 % dei casi provengono dal rubinetto delle multe stradali, al primo posto ovviamente ci sono i parcheggi vietati.
Con questa frenetica attività fatta di sanzioni senza guardare in faccia a nessuno, un tempo le signore se le cavavano con un sorriso e con la classica frase «Ero scesa un attimo a prendere un pacchetto in un negozio…», i Comuni, sempre a corto di quattrini, hanno trovato il loro bancomat ideale. Più o meno come la tassa sulla benzina da parte dello Stato.
E invece i nostri prodi amministratori comunali che cosa fanno? Con la mano destra incassano i verbali, e poi infilano la mano sinistra (quella con la quale dovrebbero pagare) in tasca. Ma se i ricavi dalle multe sono schizzati del 18 per cento nel 2017, la spesa per le strade è crollata del 12 per cento. I conti, ancora una volta, non quadrano, e c’è una chiara puzza di spreco. Con il cittadino colpito due volte. La prima quando riceve un verbale, la seconda quando i soldi che ha dovuto pagare finiscono per finanziare la spesa sbagliata.
Parte di questi soldi dovrebbero servire per la manutenzione e alla sicurezza di strade e piste ciclabili, succede?
Sonia Angrisani