Amianto abbandonato lungo la strada, preoccupzione a Fisciano.
Non solo per la quantità ma anche per il tipo di materiale scoperto e le modalità di abbandono. Nuova operazione della guardia ecozoofile dell’Anpana. Dopo alcuni controlli eseguiti nei giorni scorsi nella Valle dell’Irno e la pubblicità sulla stampa, diversi cittadini hanno segnalato all’Associazione nazionale protezione animali natura ambiente la presenza delle pericolose lastre abbandonate in località Corte nel comune di Fisciano. Più precisamente, nel vallone “Covella” le guardie ambientali hanno trovato 45 lastre di eternit, lungo la strada e dalla parte opposta diversi sacchi neri con all’interno pezzi dello stesso pericoloso materiale. Dopo un sopralluogo del responsabile regionale dell’Anpana, Vincenzo Senatore visto che le lastre erano rotte in varie parti, è stata subito inviata un’informativa al sindaco di Fisciano e alla procura di Nocera Inferiore.
Quando i pezzi di amianto sono rotti rilasciano nell’aria polveri sottili, molto pericolose per la salute umana e degli animali, che può far insorgere gravissime malattie polmonari che possono evolvere con la morte del paziente.
Questo ritrovamento è particolarmente preoccupante. A renderlo tale i teli bianchi in cui erano avvolte le lastre. Non si tratta dell’opera del solito incivile che smonta una baracca agricola o una tettoia e si disfa dei pannelli. Questa volta c’è la possibilità che una ditta autorizzata o che si dice tale abbia rimosso ufficialmente le lastre da qualche grossa superficie, almeno di qualche centinaia di metri quadrati, e poi, invece di smaltirle come prevede la legge, le abbia gettate nel vallone Covella, risparmiando i salati costi del conferimento nelle discarica. Ma non basta. Va ricordato che i comuni censiscono da anni le strutture con amianto e segnalano all’Asl quelle da bonificare.
Bonificata l’area va documentata l’avvenuta operazione. La pratica per la rimozione dell’amianto non è una manutenzione ordinaria e segue particolari canoni imposti dalla severa legge. Per permettere un simile abbandono di amianto è stato necessario produrre una documentazione falsa e fatture per operazioni inesistenti per giustificare la bonifica di una superficie estesa e produrla agli organi di vigilanza. Ancor più per questo ritrovamento dell’Anpana è necessaria un’approfondita indagine penale per risalire ai responsabili del notevole inquinamento che potrebbe non essere l’unico.
Salvatore De Napoli – La Città