«Stasera Nocera è la nostra. Andiamo». Sfrontati, pronti a mentire, aggressivi, violenti, forti dell’impunità in quanto minori, non solo contro i coetanei ma anche gli adulti.

Sono tre bande di ragazzini, tra dieci e 12 anni di età, che si aggirano nel centro di Nocera Inferiore, picchiando coetanei o poco più grandi loro e se un adulto interviene viene aggredito e minacciato. Una sfrontatezza pari a pochi e che fa dire addirittura a diverse mamme intervenute: «Fatevi gli affari vostri. Siamo minorenni e possiamo fare tutto quello che vogliamo e nessuno può farci niente». E giù parolocce, difficilmente immaginabili in un minore di quell’età. Lo scopo, prevalere su tutti i ragazzi e costringerli a uno stato di soggezione psicologica. Un fare similare a quello camorristico e spesso utilizzato facendo ricorso a frasi di quelle citate in note fiction televisive sulla malavita organizzata, secondo il classico meccanismo imitativo.

L’ennesimo episodio sabato sera. Sono le 19,30, all’altezza dell’incrocio tra corso Vittorio Emanuele e via Petrosini, una decina di ragazzini ha individuato un bambino che stava mangiando una pizzetta e gli si sono avvicinati prendendolo a schiaffi. Il piccolo ha cercato di scappare ma è stato raggiunto dalla baby gang: «Hai capito chi sono? – avrebbe detto il capo della banda di minorenni alla vittima -. Non guardarmi in faccia. Cala gli occhi e portami rispetto» e gli avrebbe sferrato altri due schiaffi. Alla scena era presente una mamma con il bambino. «A questo punto sono intervenuta – ha ricordato Linda Margarido, che si trovava con il figlio per strada – e gli ho detto cosa stesse facendo, ma lui ha risposto: “Levati davanti. Tu chi sei?”. E io gli ho detto che ero una persona adulta e che doveva andarsene». Il ragazzino con fare sprezzante verso la donna ha risposto, sempre in dialetto: «Io non me ne vado. Qui comando io. Tu non sei nessuno. Tu lo sai che se mi metti le mani addosso ti possono pure arrestare, perché io sono minorenne. Posso fare quello che voglio». E giù parolocce di ogni tipo contro la coraggiosa donna, l’unica ad intervenire mentre una vile folla faceva finta di non vedere quello che stava accadendo nel pieno centro della città. «Alla mia età tutte quelle parolacce non le conoscevo», ha sottolineato Linda. A questo punto, la coraggiosa donna avrebbe risposto: «Vorrei conoscere tua madre…».

Ma il giovane avrebbe replicato :«Allora non hai capito, se mi metti una mano addosso ti faccio arrestare». La donna è andata via, seguita dalla banda che ha continuato ad offenderla ed ad urlare «Nocera è nostra». Linda è andata via verso casa: «Non ho trovato nessun vigile urbano, nessuno che mi aiutasse. Mio figlio ha cominciato ad avere paura. Quel ragazzino che mi urlava contro aveva il fuoco negli occhi. Ho svoltato per via Barbarulo e il gruppo ha attraversato per raggiungere piazza del Corso, gridando “Guagliu’ stasera Nocera è ‘a nostra!”».

Questo non è il primo sabato che accade come ha ricordato la stessa Linda: «Più volte noi mamme siamo dovute scendere assieme ai figli per proteggerli. Bande che operano tra piazza Santa Monica (piazza Amendola, ndr) e piazza del Corso. Non si può andare avanti così. Bisogna intervenire. Non se ne può più!».

Salvatore De Napoli – La Città
immagini dal web