Caso Pagano, i pubblici ministeri Frongillo e Carrano stamane, nel corso dell’appello al tribunale del Riesame, hanno rinunciato a tutti gli appelli nei quali chiedevano provvedimenti cautelari più severi per tutti gli indagati tranne che per il sindaco di Roccapiemonte, Carmine Pagano e per le società coinvolte nell’inchiesta, la rocchese Silba, la Royal Trophy di Cava de’ Tirreni e la Casa di Cura Angrisani – Villa dei Fiori di Nocera Inferiore.
La procura partenopea ha rinunciato dunque alla richiesta di aggravamento avanzata nei confronti di tutte le persone coinvolte ma non ha rinunciato a chiedere ai giudici l’arresto in carcere per il primo cittadino di Roccapiemonte. Il prossimo 24 maggio, data a cui è slittato l’appello, si discuterà del ricorso della Procura anche per l’interdizione all’attività per le società coinvolte. I pm hanno elementi forti per portare avanti la loro richiesta, visti i gravi indizi di colpevolezza raccolti a carico del primo cittadino. Dopo aver valutato la posizione degli altri indagati, i giudici napoletani hanno concentrato le loro attenzioni proprio sul ginecologo Carmine Pagano, che nonostante la bufera giudiziaria che lo ha travolto, continua tranquillamente ad indossare la fascia tricolore.
Se da un lato appare sproporzionata la richiesta del carcere per il sindaco, visto che il promotore della presunta associazione per deliqnuere, il magistrato Mario Pagano, è ai domiciliare e per un partecipe viene chiesta la detenzione dietro le sbarre, dall’altro c’è chi pensa che la scelta di Pagano di non rassegnare le dimissioni stia inducendo i magistrati, sulla scorta degli elementi di prova raccolti, a reiterare la richiesta di arresto in carcere. In astratto, per Carmine Pagano ci sarebbe la possibilità di reiterare i reati, essendo sindaco, una carica utile al raggiungimento di interessi particolari e illeciti della famiglia, come già emerso nelle indagini. Del resto, per i pm napoletani, il ginecologo rocchese sarebbe stato il maggiore beneficiario della presunta gang capeggiata dal fratello togato.
Carmine Pagano indossa la fascia tricolore e, secondo i pm, sarebbe concreto il pericolo che abusi dei suoi poteri per realizzare gli interessi propri, dei suoi familiari e dei suoi amici «anche nel concreto contributo del fratello Mario che come si è visto è l’artefice della sua carriera politica».
“L’analisi della condotta di Carmine Pagano , secondo i giudici,delinea una personalità spregiudicata ed adusa ad agire nell’illegalità, pertanto l’unica misura idonea resta l’arresto in carcere”.
Chiesta di riformare in peggio la misura cautelare inflitta dal gip a carico di Luigi Celestre Angrisani, patron della casa di cura Angrisani-Villa dei Fiori, del titolare della Royal Trophy Roberto Leone di Cava dei Tirreni, entrambi sottoposti a divieto di dimora nei comuni dove hanno sede legale ed operativa le rispettive società. Chiesta di riesaminare anche la posizione del 42enne Eugenio Rainone di Sarno della Costruzione Generali Rainone Srl e di Giacomo Sessa, 59enne di Fisciano della Sacar Forni di cui era titolare. La procura aveva chiesto già al gip la custodia cautelare in carcere, tra gli altri, dei fratelli Pagano, e degli imprenditori Leone e Celestre Angrisani e gli arresti domiciliari, tra gli altri, per Rainone e Sessa.
Poi il ripensamento e quindi, la richiesta di una misura cautelare in carcere solo per Carmine Pagano mentre ha dato l’ok per le decisioni del Gip su Mario Pagano (che rimane ai domicliiari) per Luigi Celestre Angrisani e Roberto Leone (entrambi sottoposti a divieto di dimora) e su Sessa che era e rimarra del tutto libero.