Centro dove sparì il paganese Gaetano Sessa, scoperti maltrattamenti ai disabili.

Calci e schiaffi anche a due ricoverati del Vallo di Diano nel centro di riabilitazione per ammalati psichici a Venosa.

Tra le vittime dei violenti loro presunti assistenti ci sarebbero un 17enne di Sant’Arsenio e un 27enne di Polla. Drammatica realtà scoperta con un’inchiesta dei carabinieri del Nas di Potenza che ha travolto la struttura per disabili “Ada Ceschin Pilone” a Venosa, struttura dei padri trinitari. Quindici le misure cautelari per educatori, assistenti, medici e il direttore generale dell’istituto, padre Angelo Cipollone (non potrà dimorare a Venosa e Bernalda). Agli arresti domiciliari sono finiti quattro assistenti ai disabili – Giovanni Adorno, Bartolomeo Ginosa, Salvatore Marilli e Michele Mollica- e altrettanti educatori Vincenzo Briscese, Filippo D’Argenzio, Sergio Di Tria, Rocco Divietri. Non potranno dimorare a Venosa gli educatori Sebastiano Paradiso, Michele Pugliese e Donato Santoliquido e il coordinatore degli educatori e degli assistenti disabili Gerardo Antonio Pepe. Sospesi e interdetti dalla professione il neuropsichiatra infantile Michele Germano e il medico specializzato in psicologia clinica Francesco Mango. Nessun indagato è del salernitano.

L’indagine è iniziata dalla denuncia di una mamma di un paziente che più volte aveva notato sul corpo del figlio ematomi e graffi che i dipendenti del centro di riabilitazione non avevano saputo spiegare. A questo punto la procura di Potenza e i Nas hanno installato telecamere e intercettato i telefonini degli indagati, acquisito documenti sanitari, interrogato i parenti dei pazienti e nominato psicologi e psichiatri per far parlare i pazienti. Dalle indagini è emerso che educatori e assistenti ai disabili avrebbe alimentato un clima di sopraffazione e violenza nei confronti dei ricoverati o sarebbe stato indifferente rispetto agli elementari bisogni esistenziali, affettivi e riabilitative dei ricoverati. E poi vari maltrattamenti con calci, pugni, schiaffi e perfino pazienti trascinati a terra dal corridoio alle stanze mentre per altri ricoverati non c’era alcuna attività ludico-ricreativa o riabilitativa da parte dei dipendenti. Dall’esame di 22 cartelle cliniche e diari clinici, inoltre, sarebbe emerso che gli unici due medici presenti avrebbero omesso di registrare negli anni l’invio al pronto soccorso di alcuni pazienti per ferite lacero contuse vari e trame cranici dei pazienti. I reati contestati agli indagati vanno dal concorso in maltrattamenti alla falsità ideologica e all’omissione datti d’ufficio.

Tra i maltrattati i due salernitani. Il 17enne di Sant’Arsenio, un internato (ossia che vive ricoverato nell’istituto), sarebbe stato colpito prima con uno schiaffo e poi preso con forza, spinto ad entrare tra le urla e grida nella sala tv. Pochi giorni dopo nella stessa stanza sarebbe stato preso per un braccio, spinto e trascinato a terra fino quasi a denudarlo per portarlo fuori dalla stanza.
Per il 27enne di Polla, anche lui internato nella struttura di Venosa sarebbe stato messo faccia al muro in corridoio, caduto a terra sarebbe stato trascinato nella sala giochi dove sarebbe stato rinchiuso tra le urla. L’istituto è noto in provincia di Salerno ma anche le cronache nazionali perché da questo si sarebbe allontanato cinque anni fa senza essere più ritrovato un 43enne di Pagani lì ricoverato: per la scomparsa di Gaetano Sessa sono a processo alcuni dipendenti del centro riabilitativo di Venosa.

Salvatore De Napoli – La Città

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