Caso Pagano, nuovi indagati. Coinvolto anche Giuseppe Canfora

Si allarga a macchia d’olio lo scandalo Pagano e si allunga la lista dei nomi eccellenti finiti nel mirino della magistratura napoletana nell’ambito dell’inchiesta che vede indagato il giudice Rocchese Mario Pagano, agli arresti domiciliari da oltre 3 mesi, suo fratello Carmine, sindaco di Roccapiemonte e per il quale i pm della procura partenopea continuano a chiedere l’arresto in carcere, e numerosi imprenditori, rappresentanti delle Istituzioni e faccendieri.

Tra i nuovi nomi eccellenti per i quali è stata disposta la proroga delle indagini, figurano quello del presidente della Provincia di Salerno e sindaco di Sarno Giuseppe Canfora e del vice prefetto Sperti.
I fatti contestati a Canfora risalgono al 2016, l’accusa è di concorso in concussione con Mario Pagano e Renato Coppola , autista e uomo di fiducia del giudice di Roccapiemonte. Pagano avrebbe fatto pressioni a Canfora affinché Coppola, da dipendente provinciale, fosse trasferito da un ufficio all’altro. A seguito delle “ richieste” del giudice effettivamente il suo fidato ottenne lo spostamento immediato.

Per il vice prefetto Francesco Sperti, invece, le accuse sono di abuso d’ufficio e traffico d’influenze illecite.
La proroga delle indagini è stata inoltre disposta per l’imprenditore Leonardo Calabrese (amministratore del centro diagnostico Cedisa e della casa di cura “la Quiete”), il costruttore Vincenzo Russo (presidente dell’associazione di categoria Ance Aies), Riccardo De Falco e Giovanni Di Giura delle case di cura Villa Silvia di Roccapiemonte e Villa Alba di Cava de’ Tirreni, il costruttore Eugenio Rainone , Peppino Sabbatino di Nocera Superiore, Luigi Grimaldi di Roccapiemonte, Roberto Leone di Cava de’ Tirreni, il commercialista Antonio Piluso , l’ex comandante della polizia municipale Giancarlo Correale , il cancelliere Nicola Domenico Montone (cognato di Pagano), Ermelinda Aliberti di Montoro, Filippo Romano di San Severino, Assunta Ingenito di Castel San Giorgio, Gennaro Saviano di Palma Campania, Umberto Attanasio di Roccapiemonte, Vincenzo Coppola di Nocera Superiore, proprietario di Villa Ravaschieri a Roccapiemonte, Salvatore Caligiuri di Pompei, Francesco Pannullo di Roccapiemonte, Salvatore Salomone di Nocera.

Una vera e propria “cricca”, quella individuata dalla Procura attorno al giudice di Roccapiemonte. Un intreccio politico- affaristico che vede indagati, e destinatari dell’avviso di proroga, anche altri giudici: il procuratore generale della Corte dei Conti, Michele Oricchio (per due ipotesi di abuso d’ufficio nel 2013 quando presiedeva la Commisione tributaria), l’ex presidente della sezione lavoro Nicola De Marco (abuso d’ufficio e traffico d’influenze illecite dal 2014 al 2016), il giudice civile Maria Elena Del Forno e l’ex senatore Luigi Bobbio , giudice a Nocera (entrambi per un abuso d’ufficio nel marzo 2016).

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