2° PARTE – Continua l’inchiesta sugli ospedali della provincia di Salerno.
Preferibile la costruzione di nuovi ospedali più che adeguare quelli vecchi alle normative antismische. In sintesi questo il parere di Armando Zambrano, presidente del consiglio nazionale degli ingegneri. «Per gli ospedali, come per le caserme dei carabinieri- sottolinea Zambrano – è necessario non solo garantire che non accada nulla a chi si trova all’interno dei locali durante un terremoto ma bisogna prevedere che la struttura continui a funzionare anche dopo il sisma. Si tratta di presidi strategici. E’evidente che nella maggior parte dei casi conviene demolire le strutture e ricostruirle o fare ospedali in altra zona che procedere con lavori di adeguamento dell’esistente, spesso molto costosi…».
E non ci sono solo i costi economici da affrontare…
«Infatti, c’è il problema dell’inutilizzo di parte dell’ospedale durante l’intervento e questo ha costi quantomeno sociali. Questo paese dovrebbe cominciare a pensare ad un piano di adeguamento della rete ospedaliera con demolizioni e ricostruzioni o realizzare nuove costruzioni in altre zone».
Ma costerebbe tanto…
«Il patrimonio ospedaliero esistente, spesso in posizioni appetibili dal mercato, potrebbe trovare facilmente acquirenti e con buoni utili per chi vende: con i soldi ricavati dalle vendite si abbatterebbero i costi per la realizzazione di nuovi ospedali o una buona parte di questi. Ma noi siamo un Paese che vive alla giornata. Occorre, invece, fare un progetto a dieci e vent’anni, in modo da programmare un intervento economicamente sostenibile».
Come mai molti ospedali realizzati prima della seconda guerra mondiale hanno una vulnerabilità bassa o media e quelli che hanno visto la luce negli anni Sessanta e Settata del secolo scorso, in cemento armato, ne hanno una media alta o alta?
«Le motivazioni precise non le conosco ma in generale quelli prima della seconda guerra mondiale hanno una struttura in muratura, sono bassi e hanno forme regolari e sono realizzati con buona qualità, tipologie che erano di per sé abbastanza antisismiche e necessitano di piccoli interventi di adeguamento. Quelli in cemento armato, realizzati egli anni Sessanta e Settanta con normative diverse da quelle attuali e più limitate (senza i calcoli dei carichi orizzontali ma solo quelli verticali) sono stati costruiti fabbricati a più piani e quindi con maggiore vulnerabilità sismica. Ma c’è dell’altro da tenere conto».
Cioè?
«Noi possiamo avere un ospedale ospitato in una struttura antisismica ma se poi crolla il ponte che porta allo stesso a che serve? Diventa inaccessibile. Bisogna realizzare un piano di prevenzione complessiva»..
Sono state recentemente approvate delle nuove norme per le costruzioni…
«Si. Il 23 febbraio, proprio a Salerno, faremo un convegno nazionale come Consiglio nazionale degli ingegneri e Consiglio superiore dei lavori pubblici per presentare le nuove norme tecniche in materia di sicurezza dei fabbricati, che saranno pubblicate qualche giorno prima. Un’occasione di notevole importanza non solo per le realtà locali».
Salvatore De Napoli – La Città
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