Non avrebbero fatto nulla per evitare che cadesse più volte dal letto né sarebbe stato agevolato il tempestivo intervento del pronto soccorso dell’ospedale “Umberto I”.
NOCERA INFERIORE. Con l’accusa di omicidio colposo in concorso, nelle scorse ore, sono stati rinviati a giudizio nove tra medici e infermieri. A partire dal 13 luglio prossimo, il tribunale dovrà giudicare medici e infermieri di Villa Chiarugi, nota casa di cura per malattie neuropsichiatriche, a Nocera Inferiore. L’indagine del pm Ernesto Caggiano ha riguardato il decesso dell’88enne Gennaro Barba di Nocera Inferiore, risalente a luglio 2012. Dalle indagini sarebbe emerso che Barba sarebbe caduto per ben cinque volte dal letto tra il 4 e il 5 luglio di sei anni fa.
Nonostante, secondo gli inquirenti, la necessità di attivare azioni di contenimento dell’ammalato per evitare che cadesse nuovamente, installando o alzando le barriere di contenzione a letto, nulla avrebbero fatto gli infermieri né i medici avrebbero vigilato su tutto quanto doveva essere fatto per garantire la migliore assistenza al paziente. Quando ormai le condizioni di Barba erano gravi, fu deciso il trasferimento all’ospedale di Nocera Inferiore dove, dopo 17 giorni, l’ottantenne morì per gli esiti di un’emorragia nell’area compresa tra l’aracnoide e la pia madre, due membrane che circondano il cervello, e per complicanze polmonari.
All’ospedale, Barba sarebbe stato trasferito solo ed esclusivamente quando le sue condizioni erano gravissime e senza nemmeno che da Villa Chiarugi fosse inviata una relazione al pronto soccorso di Nocera Inferiore per consentire un intervento a medici ospedalieri alla luce di quanto accaduto.
«La famiglia di Gennaro Barba vuole giustizia» affermano gli avvocato Mauri Liguori e Carmela Garofalo, che assistono i familiari della vittima.
Salvatore De Napoli