La Cassazione dice no alla scarcerazione di Ciro Eboli e Carlo Bianco

La Cassazione dice no alla scarcerazione e restano agli arresti di Ciro Eboli e Carlo Bianco.

Intanto, la Dda di Salerno chiede il rinvio a giudizio in pratica quasi tutti coloro che sono stati indagati nell’ambito dell’inchiesta sullo scambio elettorale politico mafioso, in occasione delle scorse elezioni amministrative a Nocera Inferiore. Tutto ruota, nella tranche più importante, attorno gli interessi del boss Antonio Pignataro alla costruzione della casa famiglia e mensa per i poveri a Montevescovado di Nocera Inferiore. Un progetto presentato da Don Alfonso Santoriello, ex parroco della chiesa di San Giuseppe a Nocera Inferiore.

Pignataro avrebbe agito tramite il nipote Ciro Eboli nella agganciare Carlo Bianco, consigliere comunale di maggioranza della passata consiliatura a Nocera Inferiore, Grazie anche all’interessamento del vicesindaco dei primi anni 2000 Antonio Cesarano, Eboli, in combutta con lo zio boss, avrebbe promesso voti a Bianco al fine di ottenere che il terreno dove doveva sorgere la casa famiglia cambiasse di destinazione d’uso, a suolo edificabile destinato alla mensa dei poveri. Bianco, a suo dire, si sarebbe impegnato per far approvare la delibera in Giunta. La Giunta capeggiata dal sindaco Manlio Torquato approvò solo una delibera che avviava un procedimento di valutazione dell’idea progettuale avanzata da Don Alfonso Santoriello a nome della parrocchia e che aveva avuto anche il benestare del vescovo della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno.

Ciro Eboli, a sorpresa, decise di candidarsi alle amministrative 2017 di Nocera Inferiore in una lista avversaria di quella in cui era in corsa Bianco. Bianco ottenne, però, la promessa di avere 30 voti almeno da Pignataro, promessa poi che, secondo il consigliere comunale uscente e non rieletto, non sarebbe stata mantenuta.
Nella stessa inchiesta figurano anche Nicola Maisto consigliere comunale eletto e dimessosi dopo essere stato indagato. Per la Dda avrebbe pagato per avere alcuni voti. L’indagine ha riguardato anche casi di dichiarazioni non veritiere rese al pubblico ministero, e che vede iindagati l’ex candidato a sindaco per “Populisti identitari” Mario Stanzione e il sacerdote Don Alfonso Santoriello.

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