È stato tracciato, con una certa precisione, l’identikit del debitore: su un campione di circa 60.000 richieste di credito presentate sui maggiori portali di prestiti online tra novembre 2017 e gennaio 2018 emerge che un richiedente su 10, per la precisione il 9,72%, ha avuto in passato problemi e disguidi con i precedenti istituti di credito.
La percentuale media scende leggermente se si considerano i soli prestiti personali, 9,67%, mentre cresce in modo robusto se si prendono in considerazione le cessioni del quinto, che segnano un 19,39%.
Da ciò si evince, quantomeno sotto un profilo generale, che le Cessioni sono gli unici prestiti ad essere concessi con una certa tranquillità a chi è stato, o ancora è, un cattivo pagatore, anche perché la restituzione delle rate sono garantite dalla busta paga, o dalla pensione, del richiedente.
Entrando nel dettaglio si scopre che l’importo medio richiesto è stato di 13.800 Euro da restituire in cinque anni; la categoria di utenti con un passato creditizio movimentato con la percentuale più alta è, anche prevedibilmente, quella dei disoccupati, con 13,81%, seguita dalle casalinghe, 12,65%, e dai autonomi, 12,52%, ossia, per sintetizzare, quei cittadini che non possono fare affidamento su un reddito certo.
Anche l’analisi su base territoriale presenta dati che osiamo definire, per la maggior parte, abbastanza prevedibili: la regione con la percentuale più alta di richiedenti poco “affidabili” è il Molise, con il 12,63%, mentre la Sardegna segue a ruota con il 10,79%, e l’Emilia-Romagna si classifica terza, andando contro ogni previsione, con il 10,69%.
Potremmo, dunque, concludere che ottenere un prestito se si ha un passato da “cattivo pagatore”, ovvero si viene iscritti a SIC, Sistemi Informazioni Creditizie, le banche dati in cui vengono segnalati tutti colori che non pagano finanziamenti contratti, o li pagano in ritardo, non è molto semplice, perché si perde quella credibilità necessaria che garantisce in qualche modo l’istituto erogante che il debito verrà rimborsato.
Tuttavia il rifiuto non è così automatico, soprattutto se si presenta una documentazione ad hoc, che illustri la storia del debito passato e le motivazioni che hanno portato il contraente a non poter assolvere l’impegno preso nei confronti della banca o della finanziaria. Bisogna, inoltre, presentare una richiesta che certifichi la solvibilità necessaria, rispetto alla cifra che viene richiesta, che, ovviamente, deve essere adeguata alle possibilità economiche del cliente; da ultimo bisogna scegliere l’istituto di credito più indicato, magari specializzato nell’erogazione di prestiti a chi ha avuto difficoltà finanziarie passate. Per tutti questi motivi, il consiglio è quello di rivolgersi, si ad un consulente professionista ma anche di cercare valide alternative online grazie a siti specifici, attendibili e specializzati in materia. Il tutto sarà utile per affrontare nel modo migliore l’iter burocratico ed evitare mosse false.