Crisi del Pd: Piero De Luca solo al proporzionale, mentre si disseminano trappole per il Governatore

I demitiani a caccia del secondo seggio nell’Agro. E opa su Torquato, in difficoltà Maccauro. L’outsider del gruppo Bonino-Tabacci

Sono ore di frenetiche trattative all’interno dei singoli partiti e nelle coalizioni, in particolare nel centro-sinistra. Mentre Piero De Luca, visti i sondaggi non positivi, potrebbe rinunciare a una candidatura nel proprio collegio uninominale a Salerno, “rifugiandosi” come capo nella lista proporzionale del Partito democratico, l’aria centrista cerca la volata. Se il Governatore De Luca cerca di piazzare comunque uno dei suoi a Salerno città, al massimo qualcuno dei socialisti di Enzo Maraio, l’area di centro cerca di avere due buoni posti, Luigi Cobellis, espressione del Sud, e uno dell’area Nord. E dal difficile Agro nocerino, sempre più veleggiante verso destra, chi può scompaginare gli equilibri e recuperare voti per l’intera coalizione è il sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato, da candidare nell’uninominale dell’Agro o nel listino unico alla camera come capolista.

Il centrale caso Salerno.
Gli equilibri sono assai precari e molte le tessere da inserire nel puzzle. Tutto ruota attorno a quello che accadrà a Salerno. Con la possibile non candidatura di De Luca Junior nel collegio uninominale di Salerno città, si era pensato ad Andrea Prete, presidente di Confindustria e Camera di commercio che, però, non si è detto disponibile. E qui iniziano i problemi. A Salerno, De Luca deve recuperare il popolo della sinistra, specie quello più colto e di fascia medio – alta che ha mal digerito la nomina di suo figlio Roberto ad assessore e (compresi molti dei suoi supporter) la proposta di Piero come candidato al parlamento. Insomma, la sinistra se aveva accettato il deluchismo non può tollerare il nepotismo. E sono tutti voti che andranno verso i cinque stelle e soprattutto Mdp, se questa saprà scegliere un candidato autorevole e di immagine. Per questo, se i deluchiani ragionassero con freddezza candiderebbero una figura non immediatamente a loro riconducibile, che possa prendere voti in quell’area problematica e che peschi nella Valle dell’Irno, dopo la debacle sanseverinese, per fare da traino proprio a De Luca junior al proporzionale. Una scelta che avrebbe bisogno di acume politico e non di scelte nel solito cerchio magico sennò i deluchiani conteranno solo i loro stretti voti. Al “momento” la soluzione più probabile, sembra quella di spostare l’On. Tino Iannuzzi dal senato alla camera dei deputati collegio Salerno/Costiera/Cava/Irno: in quest’ultima zona avrebbe un buon numero di sostenitori. Si lavora in queste ore per trovare un nome da candidare al senato. Tutto questo se la segreteria nazionale del partito non imporrà al Governatore di candidare il figlio anche all’uninominale e quindi mettendolo alla conta: in caso di mancata elezione il suo potere scemerebbe, dando forza al gruppo napoletano del partito (vedi consiglieri regionali Raffaele Topo e Mario Casillo) che ha molta voce in capitolo tra i renziani, specie dalle parti del ministro Luca Lotti. Comunque vada, De Luca senior non può non stravincere nel collegio del capoluogo se non vuol fare i conti con tranelli in Regione e in casa propria.

Il caso Agro nocerino.
Risolto il problema Salerno c’è quello dell’Agro nocerino. Il nome di Mauro Maccauro, nocerino ed ex presidente di Confindustria Salerno, viaggia, più per auto proposizione che per scelta degli altri, come la proposta del Pd a nord di Salerno. Un nome noto ma che non scalderebbe i cuori, nemmeno tra i deluchiani, basta pensare che per più volte è sceso sui tavoli come candidato sindaco di Nocera Inferiore, sia nel 2012 sia nel 2017, ma non ha ricevuto sensibili appoggi nemmeno come proposta. Ridimensionato il presidente della Provincia Giuseppe Canfora, sindaco di Sarno, accusato da più parti di sarnesizzazione della politica con la sua attività di nomina di sarnesi in vari posti di comando, vedi Agroinvest o ancor prima il Consorzio di Bonifica. La sua fedeltà senza limiti a De Luca è un altro punto a suo sfavore in una terra che non ha mai amato i deluchiani.

Nel carnet dei possibili nomi del centrosinistra rimarrebbero in pochi. Scarse le truppe che potrebbero mettere in campo Michele Strianese, consigliere provinciale e sindaco di San Valentino Torio, o il suo collega Cosimo Ferraioli di Angri. A Scafati peggio che andar di notte. Nonostante il consiglio comunale a guida centrodestra sia stato sciolto per infiltrazioni camorristiche, ancora il centro-destra sembra avere una marcia in più rispetto al centrosinistra che è troppo impegnato a litigare, con quasi tutti i vari esponenti locali alla ricerca di una candidarsi a sindaco nel 2019.

Da San Marzano sul Sarno e Roccapiemonte come da Corbara e Sant’Egidio Monte Albino, il centro-sinistra sono fuori gioco, essendo in orbita centrodestra. A Pagani si potrebbe prospettare la candidatura di Giusi Fiore, consigliere comunale del Pd, ma sembra più legata alla necessità di garantire le quota rosa in ambito proporzionale che a una reale intenzione di scommettere sulla rappresentante paganese. A Pagani, poi, i rapporti tra gruppi del Pd non sono facili, una parte tatticamente è andata tra i socialisti di Maraio ma più per occupare una casella che per un’effettiva differenziazione, casella da utilizzare in occasione delle prossime elezioni comunali per far massa critica di sigle. Rimane, inoltre, il freddo flirt con il Pd di un ondivago Salvatore Bottone, sindaco di Pagani ma da quello poco può uscire, dopo che è anche tramontato la possibilità di nominare vicesindaco Enzo Calce, marito della Fiore e uno di maggiori “azionisti” del Pd paganese. E così, molti esponenti del Pd che attendevano un ruolo da De Luca potrebbero spingersi verso Fratelli d’Italia con un Edmondo Cirielli e un Alberico Gambino in campagna elettorale con grande lena da mesi.
A Nocera Superiore il sindaco Giovanni Maria Cuofano è completamente disinteressato alla partita essendo invece proiettato alla sua rielezione. Proprio da Nocera Superiore potrebbe arrivare la candidatura con una lista di centro di qualche notabile del posto ma che al momento non è riuscito ancora a trovare posto in una lista.
Il tentativo del Pd si era rivolto al sindaco di Castel San Giorgio, Paola Lanzara, che viaggia con le vele gonfie ma pare si sia allontanata dall’idea di candidarsi nel collegio uninominale per timore che una parte della sua maggioranza consiliare (quella riconducibile al centro-destra), possa poi abbandonarla in seno al parlamentino cittadino.

Rimane quindi solo ed esclusivamente la carta Manlio Torquato, sindaco di Nocera Inferiore ma lo stesso è sulla nave di “Civica Popolare” del comandante Ciriaco De Mita.
Non è nemmeno da scartare l’idea che il Pd voglia avere una buona affermazione nell’Agro ma non vincere per avere l’occasione di azzerare una classe dirigente locale dai molteplici interessi difficilmente governabili e ricostruire il partito su basi nuove. Un po’ l’operazione vista a Nocera Inferiore con la vecchia guardia quasi liquefatta che ora cerca di riciclarsi in Mdp con operazioni della serie “tutti gli amici di De Luca che non lo sono più”. Insomma, o si vince con una squadra totalmente nuova o è meglio perdere.
A questo punto potrebbe rientrare dalla finestra quello che dalla porta non potrebbe entrare, ossia l’ipotesi del terzo collegio per i demitiani. Ciriaco De Mita ha ottenuto il piazzamento del nipote in un collegio avellinese e di Cobellis in quello salernitano e potrebbe tentare di avere la seconda gamba a Salerno proprio con una candidatura nell’Agro. E chi non Torquato come candidato, visto che ha da tempo iniziato un percorso su quella strada civica e popolare già dalla precedente consiliatura? Del resto, che De Mita straveda per il sindaco di Nocera Inferiore è noto, tanto da farlo intervenire tra i maggiorenti dell’idea costitutiva del suo movimento a Napoli. Ma di mezzo c’è la sua eleggibilità. Allo studio il limite delle dimissioni 180 giorni prima delle elezioni perché un sindaco possa candidarsi che secondo alcuni potrebbe essere superato sostenendo che si tratti di ineleggibilità.

Allo studio le varie interpretazioni delle leggi e delle sentenze che potrebbero sbarrare la strada una candidatura di Torquato (ipotesi al momento più probabile) o fornire la possibilità di giocare con i giorni e l’ipotesi ineleggibilità che lascerebbe il posto anche a un prolungamento della consiliatura al 2019, guidata dal vicesindaco. In questo caso, si parla di far rimanere in campo il l’attuale vicesindaco Mario Campitelli, torquatiano di ferro, o di lasciare il posto al consigliere comunale Paolo De Maio, vicino a Torquato, uno di più votati del Partito democratico alle scorse elezioni. Una scelta di Di Maio, in asse con e Luca, o di altro del Pd potrebbe portare al via libera per la candidatura di Torquato, che farebbe da traino a tutto il centrosinistra. Va anche ricordato che chi rimarrebbe a fare il vicesindaco ipotecherebbe anche la candidatura a sindaco del centro-sinistra alle prossime elezioni.

La carta Bonino-Tabacci.
Dopo l’accordo tra i radicali e il centro democratico siglato da Emma Bonino e da Bruno Tabacci apre la possibilità di collegi uninominali anche per questi. E su questa traccia nell’Agro si starebbe muovendo un nocerino, nome noto alla politica che potrebbe far calare l’asso e sparigliare il tavolo.
Pochi giorni e tutto sarà più chiaro.

Salvatore Nocera

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