Emigrati come i loro nonni.
È questo il quadro attuale del nostro comprensorio. La motivazione che spinge i nostri giovani a lasciare la propria terra è il lavoro. In molti preferiscono espatriare, nemmeno il Nord Italia è una meta ambita. Buona parte dei giovani trovano lavoro nel mondo della ristorazione, Germania e Inghilterra sono gli stati che meglio esaudiscono le aspettative lavorative.
Un flusso migratorio partito da tempo e che in molti sottovalutano, in particolare la classe politica che nulla ha fatto o sta facendo per arginare il fenomeno. La precarietà del lavoro che insiste in Italia ed al Sud , spinge i giovani italiani ad andare all’estero. Non sfuggono a questo aspetto i giovani del nostro Agro.
Da noi non c’è lavoro, in particolare per i giovani e per i 50enni che sono in mezzo ad una strada per la chiusura delle aziende. Anche nella nostra terra le aziende chiudono, la pressione fiscale è insostenibile e questo rende ancor più precario il sistema lavorativo. Aumenta così la disoccupazione. Il trend è negativo e la politica a vari livelli stenta a dare risposte concrete. Giovani esclusi dai programmi elettorali che, di volta in volta, sentiamo propinare nei talk show. L’attuale campagna elettorale poco si occupa del lavoro giovanile, gli argomenti del dibattito politico sono altri e ciò rende ancor più evidente l’assenza della politica.
Le forze politiche in campo pensano di più allo scontro, escludendo del tutto dalla loro agenda il tema lavoro. Ed allora se le istituzioni non risolvono, risolvono i giovani: andando via dal nostro Paese.
Giuseppe Colamonaco