Terremoto politico a Roccapiemonte

Amministrazione nella bufera?

Un vero e proprio terremoto politico-giudiziario quello che ha scosso la cittadina Rocchese all’indomani dell’arresto del giudice Mario Pagano e dell’avviso di garanzia che ha raggiunto anche suo fratello, il sindaco di Roccapiemonte Carmine Pagano.

Nelle fitte pagine del provvedimento emesso dalla Procura partenopea e firmato dai giudici Ida Frongillo e Celestina Carrano il lungo e dettagliato racconto di un sistema che vedrebbe in vetta proprio “ don Mario”, il giudice aggiusta sentenze e tutto intorno giudici compiacenti, imprenditori e faccendieri con un giro di regalie, rolex, soldi ed assunzioni presso le case di cura del territorio, prime fra tutte Villa dei Fiori di Nocera Inferiore dove grazie ai rapporti di natura politico-clientelare i Pagano avrebbero favorito l’assunzione di molti amici, consolidando e rafforzando il loro bacino elettorale che li avrebbe portati, nel giugno scorso, anche a vincere la competizione elettorale rocchese.

Un ruolo di primo piano era rivestito dalla Polisportiva di famiglia a cui i beneficiari delle sentenze favorevoli versavano ingenti somme di denaro, tutte legalmente tracciate attraverso bonifici bancari.

Il giudice Mario Pagano veniva ripagato così dall’imprenditore nocerino Luigi Celestre Angrisani, titolare insieme alla compagna Irene Miceli, della clinica Villa dei Fiori, delle numerose sentenze favorevoli intentate contro l’Asl e che avrebbero fruttato milioni di euro alla struttura sanitaria convenzionata. Una modalità, quella del giudice arrestato, usuale e ripercorsa in numerosi capi di imputazione formulati dalla Procura di Napoli e avallati dal Gip. Oltre ai regali e ai contributi alla Polisportiva di famiglia il giudice avrebbe preteso l’assunzione, in questo caso da parte di Angrisani, di alcune persone con le quali i Pagano, Mario e Carmine, avevano rapporti di natura ‘politico-clientelare’. Ma ci sono anche le ‘soffiate’ di magistrati amici proprio al giudice Pagano che riguardavano Angrisani e i procedimenti penali in corso, come nel caso dell’accusa di rivelazione del segreto d’ufficio, rivolta al sostituto procuratore Roberto Lenza della Procura di Nocera dai colleghi napoletani. E ancora le sentenze favorevoli per gli imprenditori Riccardo De Falco e Fabrizio De Giura, anch’essi titolari di due cliniche private convenzionate, Villa Alba di Cava dei Tirreni e Villa Silvia di Roccapiemonte, per milioni di euro, in cambio di contributi da 9 e 10mila euro per la Polisportiva Rocchese, presieduta dal fratello del giudice, Carmine Pagano, attuale sindaco di Roccapiemonte. E ancora i favori per Roberto Leone della Royal Trophy.
Secondo gli inquirenti napoletani il giudice Pagano svolgeva gran parte del suo lavoro nell’ambito della giustizia per avere un ritorno economico, sia personale che familiare.
Guarda caso gli imprenditori indagati che erano stati anche coinvolti in procedimenti giudiziari di natura civilistica proprio davanti al magistrato sono diventati grandi sostenitori della Polisportiva Rocchese, la società sportiva di famiglia dove il fratello Carmine Pagano ha iniziato la sua scalata politica.

Nell’elenco degli indagati figurano anche altri due magistrati (non destinatari di avviso di garanzia), per due singoli episodi, il pm Roberto Lenza, della Procura di Nocera Inferiore, accusato di aver rivelato a Pagano di un procedimento in corso nei confronti di Luigi Celestre Angrisani di Villa dei Fiori e il giudice salernitano Maria Elena Del Forno, accusata di abuso d’ufficio.

Nel registro degli indagati con una perquisizione e conseguente sequestro anche un altro noto imprenditore del salernitano Eugenio Rainone, di Sarno, noto per la realizzazione del Crescent di Salerno e di una grossa struttura commerciale a Roccapiemonte quando era sindaco l’altro fratello del giudice, accusato di corruzione per aver sovvenzionato anch’egli la Polisportiva Rocchese dei Pagano in cambio di sentenze favorevoli per la Costruzioni generali Rainone.

Altra pesante accusa è quella rivolta al giudice e ai suoi fedelissimi per la costituzione di una cooperativa e la richiesta di ammissione al finanziamento a fondo perduto per la realizzazione di un agriturismo, “l’Eremo”, costruito a Roccapiemonte proprio sulla collina dell’Eremo ma ad oggi mai aperto.A guidare la coop, Nicola Montone, il funzionario del tribunale – già finito nel registro degli indagati ad aprile scorso – e arrestato ieri insieme al giudice Pagano. Ma accusati di truffa ci sono anche la cognata di Mario Pagano, Ermelinda Aliberti e il consulente Antonio Piluso, destinatario di un divieto di dimora. E ancora Filippo Romano e la moglie Assunta Ingenito, imprenditori edili che avrebbero fornito false fatture a Pagano per la ristrutturazione dell’Eremo-agriturismo, e Peppino Sabbatino che avrebbe dovuto fornire gli arredi per la struttura ricettiva. Una truffa che si sarebbe consumata con un giro di danaro fittizio nel 2012, ai danni della Regione Campania che erogava il finanziamento a fondo perduto per la struttura situata in località Mandrizzo di Roccapiemonte e mai aperta. Sia Piluso che Sabbatino erano stati ‘graziati’ dal giudice Pagano in alcune cause civili con sentenze favorevoli, quelle di cui avevano beneficiato anche Giacomo Sessa, un altro imprenditore, questa volta con la complicità del Got Augusta Villani, poi sospesa dal Csm dopo le perquisizioni dello scorso anno.

Nel mezzo di sentenze vinte per diversi milioni di euro complessivi tanti regali, ma soprattutto favori, e soldi – tanti – per la Polisportiva Rocchese, titolare della squadra di calcio locale che ha beneficiato di tantissimi finanziamenti.
Oltre ai sette indagati colpiti da ordinanza di custodia cautelare, sono state notificate altre sette informazioni di garanzia, con la formula della perquisizione e del sequestro nei confronti, in particolare, dell’attuale sindaco di Roccapiemonte, Carmine Pagano, fratello di Mario, nella sua qualità di presidente della società Polisportiva Rocchese, di Vincenzo Coppola, Luigi Grimaldi, Irene Miceli, Eugenio Rainone, Francesco Sperti, viceprefetto già commissario prefettizio in alcuni comuni dell’Agro e Peppino Sabbatino.

Un’inchiesta destinata ad allargarsi e che sta facendo tremare il consiglio comunale di Roccapiemonte.

Intanto dopo l’arresto di ieri il Ministro della Giustizia, Andrea Orlano, ha promosso l’azione disciplinare nei confronti del magistrato arrestato e firmato la richiesta di sospensione dalle funzioni e dallo stipendio, al Csm.

Redazione

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