Pinacoteca del Castello Doria ad Angri, in scena il terzo appuntamento del tabellone teatrale

Domenica 19 settembre, alle ore 18.La Compagnia teatrale ”Il Teatro degli Assurdi” di Napoli, presenta la commedia “E’ mmo comm’a ‘mettimme nomme?”.

La Rassegna teatrale continua ad ottenere consensi e commenti positivi. Dopo la messa in scena della seconda commedia “Cornuti e Contenti” di Marco Lanzuise proposta dalla compagnia mondragonese “Il Sipario”, il programma offre ancora un appuntamento esilarante con la comicità partenopea. La compagnia napoletana “Il Teatro degli Assurdi” propone la commedia brillante in due atti “E’ mmo comm’a ‘mettimme nomme?”, di Fabio Orbitello e Gianni Martone. L’appuntamento è per domenica 19 novembre, alle ore 18, nel piccolo teatro Doria nella Pinacoteca del castello.

Dichiarazione Assessore Giuseppe D’Ambrosio
“Siamo arrivati al terzo appuntamento della rassegna teatrale. Sto vivendo questa esperienza con entusiasmo e sono felice per la buona risposta di pubblico e per il livello degli spettacoli offerti dalle compagnie che si sono alternate sul palco della Pinacoteca nei primi due appuntamenti della rassegna.” L’assessore Giuseppe D’Ambrosio ha voluto porre in evidenza come con la sola tenacia e forza di volontà si è riusciti a dare alla città un calendario di appuntamenti che caratterizzerà i fine settimana fino a maggio 2018. “Domenica prossima la compagnia napoletana “Il Teatro degli Assurdi” si esibirà con una commedia esilarante e divertente che racconterà in chiave comica un tema attuale: quello dell’utilizzo delle aree degradate nelle periferie delle città sospese tra progetti di affidamento per utilizzo sociale o per destinarle ad uso commerciale? Convinzioni di un architetto condizionate da storie familiari. Due atti di risate e di puro divertimento. Vi aspetto numerosi.”

La Trama
“E’ mmo comm’a ‘mettimme nomme?” di Fabio Orbitello e Gianni Martone
L’architetto Franco Di Battista coltiva il progetto – o l’utopia? – di trasformare un’area urbana degradata in centro culturale multietnico. Ma deve fare i conti con gli interessi di chi vorrebbe destinare l’area a centro commerciale. Un giorno però la sua coscienza progressista sembra offuscarsi, i suoi convincimenti sembrano crollare per una vicissitudine familiare. Riuscirà il nostro dottore a recuperare la coerenza delle sue idee? Lo scopriremo a sipario aperto.

La Compagnia
Siamo la forza di tanti ragazzi che si riuniscono e, attraverso il teatro vivono una dimensione diversa dalla propria quotidianità, uno spazio temporaneamente autonomo che fa dimenticare per poche ore la realtà delle nostre periferie fatta di superficialità, degrado e rassegnazione. La nostra forte passione ci ha spinti ad eroiche imprese in quanto non avendo una propria sede e non riuscendo ad appoggiarci nelle sedi parrocchiali in quanto piccoli contesti sono spesso occupati da altre compagnie formatesi all’interno, siamo stati costretti ad adattarci nell’edificio dove prima era ubicato l’Istituto Magistrale Don L. Milani. Inizialmente il posto ci sembrava addirittura accogliente perché composto da ragazzi che, chi attraverso la musica, chi attraverso la pittura davano un contributo al quartiere donando un pò di colore al grigiore che ci circonda. Purtroppo con il passar del tempo quel posto, che noi ragazzi chiamammo “La Sede” (denominazione scelta in quanto l’edificio in antico tempo era la sede di uno dei più grandi setifici di Napoli) si trasformò in un relitto, data l’invasione di persone che hanno poco a che fare con la cultura, “La Sede” subì un forte mutamento diventando luogo di ritrovo per ubriaconi e consumatori di stupefacenti. Rimanemmo senza acqua, senza luce, le condizioni igieniche erano pessime.

Col passar del tempo facemmo i conti anche con i topi e i rifiuti lasciati allo sbaraglio. Nonostante questa mutazione abbiamo, in modo imperterrito continuato a svolgere li i nostri laboratori, organizzandoci con delle taniche per il bagno, e cercando di rendere “La Sede” oramai invasa da barbari meno brutta possibile, purtroppo solo per poche ore settimanali. Le orrende condizioni non hanno ostacolato la nostra voglia di proseguire in quel luogo fino al giorno della totale applicazione dei sigilli. Giorno a noi tanto triste in quanto, l’idea di non avere un posto dove andare a provare ci fece sentire smarriti. Dopo una breve pausa caratterizzata dalla ricerca di un posto nuovo, abbiamo trovato ospitalità presso l’attuale sede della Madonna dell’Arco sita sul Corso San Giovanni a Teduccio, li siamo riusciti a provare lo spettacolo che ci ha portati al Portici Teatro Festival. (spettacolo che riscosse un discreto successo al punto che la struttura teatrale ci chiese anche una replica).

Attualmente siamo occupanti dell’Edificio 12, ex 40 del Corso San Giovanni a Teduccio, li è sede delle nostre attività artistiche, e dei nostri laboratori i quali scopi sono riportati nel documento precedente “La Centrale dell’Arte”. Laboratori che non solo creano moventi interessanti di aggregazione ma che addirittura si sono rivelati terapeutici per alcuni soggetti aderenti. A questo punto, se ci è concesso, occorre fare due semplici esempi: ad una bambina con problemi di interlocuzione fu consigliato di intraprendere una scuola di recitazione per poter sciogliere i nodi della sua incomunicabilità. La stessa, non solo è riuscita in parte a risolvere il problema ma è stata addirittura una buona caratteristica nella commedia sopra citata. Una ragazza che, a seguito di una forte depressione si era chiusa in se stessa, rifiutando qualsiasi contatto esterno, grazie all’aiuto del teatro a riscoperto il piacere del sorridere e l’abbraccio sincero di un amico.

Ovviamente non abbiamo nessuna pretesa di sostituirci alla medicina ma ciò che è nostra premura condividere è il pensiero di quanto è importante essere uniti per una passione comune artistica o sportiva che sia.

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