In una inchiesta pubblicata da “La Citta” sull’ospedale “Tortora” di Pagani, a cura di Salvatore De Napoli, emerge un caso alquanto singolare. Di seguito l’articolo.
Per anni all’ospedale di “Andrea Tortora” sono stati noleggiati impianti mobili per consentire il rinfrescamento dei locali, eppure sarebbero bastati lavori straordinari all’impianto esistente. Lavori che sono stati eseguiti solo quest’anno, grazie al pugno duro dell’Asl o forse alla decisione di farli. Un intervento durato meno di 20 giorni, condotto a ritmo serrato.
In questi anni è stato necessario noleggiare gli impianti mobili per un costo di centinaia di migliaia di euro mentre la riparazione è stata eseguita dalla stessa ditta che ha la manutenzione, la nota Cpl Concordia, per un costo inferiore al fitto di un solo anno.
Il giornalista entra nei dettagli. Racconta dei disagi subiti dal personale e la gestione dei noleggi.
La vicenda ha avuto una positiva risoluzione dopo una lettera molto dura inviata il 5 giugno scorso nella quale la direzione della struttura sanitaria scriveva alla Cpl Concordia che sarebbe stata considerata responsabile di malori per il caldo che avrebbero colpito chi frequentava l’ospedale.
Il caldo era talmente alto nel reparto di anatomia e istologia patologica, negli ambulatori, nei servizi di cardiologia, ecodoppler vascolare, a radiologia che si temeva perfino il blocco di macchinari come la Tac. Situazioni di disagio anche a Dermatologia o nel reparto di terapia del dolore. Le difficoltà maggiori, però, erano nel day hospital oncologico e negli ambulatori ammessi. In queste realtà i medici erano costretti spesso l’estate ad andare solo con il camice e indossare null’altro o quasi per evitare di morire soffocati dal caldo.
Per anni per far fronte a questa situazione erano stati noleggiati di camion con impianti mobili per la refrigerazione dei locali perché, giunti in prossimità dell’estate non ci sarebbe stato nemmeno il tempo utile per realizzare le opere necessarie. La Cpl Concordia pochi giorni dell’estate 2017 ha avviato immediatamente i lavori completati prima che finisse il mese e con la risoluzione del problema. Perché non è stato fatto prima?
Del resto la stessa azienda che gestisce in convenzione l’impianto di raffrescamento del polo oncologico di Pagani dal settembre 2011, già nella stagione estiva del 2012 aveva riscontrato criticità dell’impianto di produzione del freddo, tanto che da solo non permetteva più un raffreddamento dei locali, specie quelli a piano terra, che rendesse possibile l’agevole frequentazione da parte di sanitari e pazienti molti dei quali in delicati condizioni di salute, come quelli oncologici. Lavori non eseguiti, tranne alcuni importanti interventi, perché andavano programmati: perché solo con l’approssimarsi di quest’anno l’Asl è intervenuta fermamente con una dura lettera? E poi quando sono stati noleggiati gli impianti mobili è stata pagata anche la spesa per il funzionamento ordinario dell’impianto?
Salvatore De Napoli – La Città di Salerno