Il 12 novembre del 1990 Papa Giovanni Paolo II incontrò i fedeli della Diocesi di Nocera Inferiore – Sarno. Ecco cosa disse in quel lunedì.
Carissimi fratelli e sorelle di Nocera Inferiore!
1. Iniziando questa mia visita pastorale nella vostra diocesi, desidero rivolgere a tutti il mio cordiale saluto. Sono veramente lieto dell’opportunità che mi è offerta di visitare questa terra attiva e generosa. Sono anche contento che questo mio breve passaggio tra voi avvenga per ricordare il 150° anniversario della canonizzazione di sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Nel pomeriggio mi recherò, infatti, nella città di Pagani, per pregare presso le spoglie mortali di questo grande santo, infaticabile apostolo della carità e sapiente educatore del popolo cristiano con l’opera provvidenziale delle sue “Missioni”.
2. Saluto con affetto il vostro vescovo, mons. Gioacchino Illiano, al quale esprimo viva gratitudine sia per l’invito rivoltomi a fare visita alla vostra comunità, sia per le cordiali parole con le quali poc’anzi ha interpretato i vostri sentimenti. Saluto, inoltre, il signor sindaco, che ringrazio sentitamente per le gentili espressioni di benvenuto, che mi ha indirizzato da parte anche della Giunta Comunale e dell’intera cittadinanza.
Saluto in particolare tutti voi, fratelli e sorelle, che siete venuti ad accogliermi e attraverso di voi vorrei far pervenire il mio beneaugurante pensiero all’intera popolazione cittadina. “Grazie a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo” (1 Cor 1, 3).
Con questo saluto, che l’apostolo invia ai cristiani di Corinto, intendo augurare alla vostra città la vera gioia e l’autentica solidarietà, che scaturiscono dall’accoglienza sincera della parola di Cristo e dalla fedele sequela del suo Vangelo.
3. I due convegni pastorali, che la vostra comunità ecclesiale ha celebrato di recente su “Comunione e corresponsabilità nella vita e nella missione della Chiesa” e su “Liturgia e pietà popolare”, vi hanno permesso di verificare il cammino da voi percorso e vi hanno dato modo di porre in evidenza gli obiettivi prioritari dell’attività pastorale nella vostra diocesi.
Tali incontri non hanno solo posto in luce i problemi, le difficoltà e le carenze del tessuto sociale della vostra terra, ma hanno anche focalizzato i dati positivi e le forze disponibili su cui contare per dare nuovo vigore all’impegno di testimonianza cristiana a tutti richiesto. Essi costituiscono per tutti un luminoso punto di riferimento.
So che nella vostra diocesi si continua con impegno il cammino di rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II e precisato da successivi documenti del magistero. Mi rallegro dell’assidua pratica sacramentale, nella quale trovano sostegno i propositi di generosa coerenza con i valori cristiani, di fedeltà e concordia nelle famiglie, di totale dedizione alla causa evangelica nelle vocazioni di speciale consacrazione. Sono pure informato dell’ansia per l’autentica promozione umana che vi anima a offrire il vostro leale contributo nel servizio al bene. Di tutto ciò mi compiaccio ed auspico che possiate perseverare su questa strada, superando ogni ostacolo.
Quando si opera per la gloria di Dio e per il bene dell’uomo, il Signore non fa mancare il suo aiuto e la sua efficace benedizione. Si attua, in tal modo, la vocazione propria del cristiano, che è quella di vivere in costante comunione con Cristo e con i fratelli, vincendo l’individualismo e la tentazione di vedere nel prossimo un avversario più che un fratello da aiutare e “da rendere partecipe . . . del banchetto della vita, a cui tutti gli uomini sono egualmente invitati da Dio” (Sollicitudo rei socialis, 39). Il discepolo del Signore è chiamato a rispettare in tutti, anche in chi gli è ostile, l’immagine divina, secondo la quale siamo stati creati e redenti.
Carissimi fratelli, siate sempre coraggiosi nel perdono, perseveranti nell’amore, audaci e generosi nel servizio! Vincete la tentazione dell’indifferenza e dell’odio con concreti gesti di solidarietà fra di voi, fra le vostre famiglie, nella vostra città tutta. Ispirati e sostenuti da una fede profonda, voi recherete così un efficace contributo alla soluzione dei gravi problemi, più volte sottolineati nei vostri convegni. E potrete, così, lottare validamente contro ogni pericolo di disgregazione del tessuto sociale. Potrete anche offrire ai giovani convincenti motivi per guardare con più fiducia verso il loro futuro.
Non perdete mai la vostra identità di discepoli del Signore, non cedete ai richiami dell’interesse particolaristico, non cadete nell’idolatria del potere, del successo e del denaro! Siate piuttosto animati da fede profonda e rendetevi disponibili per un servizio che richiede spirito religioso autentico e operoso, che esige formazione adeguata, convinzioni profonde, testimonianza coerente. Diffondete, allora, con la vostra esistenza, ispirata al Vangelo, la salvezza cristiana in tutta la realtà umana e sarete costruttori di una società più giusta e fraterna.
Vi incoraggio, carissimi fratelli e sorelle, a proseguire su questa strada. Continuate a ricercare la via della verità, della giustizia e dell’amore, non lasciandovi mancare il reciproco sostegno grazie a un dialogo sincero e costruttivo. Mantenete tra voi la carità e abbiate cura del bene di tutti.
4. Faccio miei, infine, i sentimenti della preghiera che è stata composta in occasione di questa visita. Chiedo al Signore con voi e per ciascuno di voi che tutte le componenti laiche e religiose della vostra comunità impegnino nel nome di Cristo le loro energie per una risposta concreta e indilazionabile ai mille volti della violenza, della disoccupazione, della devianza, assillo quotidiano di queste fertili e operose terre.
La Vergine protettrice della vostra città vigili su tutti voi. Il vostro patrono, san Prisco, e il grande maestro sant’Alfonso de’ Liguori vi aiutino a portare a compimento i vostri buoni propositi.
Fonte: Santa Sede