A Nocera Inferiore non ci saranno ricadute, D’Alessio conferma l’appoggio a Torquato.
L’Udc seguirà una nuova strada. È ciò che è emerso in consiglio nazionale, infatti il segretario Cesa ha replicato giorni fa a Ciriaco De Mita, sulla linea che il partito ha adottato. In una nota si legge: “Quando le proprie idee non sono condivise si tende in primis a delegittimare gli organi che non le condividono, successivamente si cerca di archiviare il dibattito come privo di qualità. Dispiace constatare che anche De Mita non resista a questa tentazione. Si rassegni e prenda atto che il partito in tutte le sedi, in ultimo in consiglio nazionale, ha deliberato la linea politica da seguire che è stata tracciata all’ultimo congresso. Si può convivere nella stessa comunità pur esprimendo posizioni diverse ma non deve mai mancare il rispetto per le persone ed il rispetto delle regole”. La questione è in questi termini: il partito ha deliberato una linea politica precisa e cioè quella di sostenere il centro-destra: già alle prossime politiche l’Unione di centro sarà in questo schieramento.
Situazione opposta invece in Campania, dove l’Udc governa in molti comuni, Regione compresa, con il Pd ed il centrosinistra. In sintesi vige la politica dei due forni. Ma quali ricadute potrebbero esserci? Un esempio nostrano è il Comune di Nocera Inferiore. L’Udc è presente in maggioranza assieme al Pd, con due consiglieri comunali, Saverio D’Alessio e Gennaro Della Mura; in Giunta quale assessore Antonio Franza. È una coalizione civico – politica e questo dovrebbe tenere al riparo da tentazioni scissioniste. E se dai piani alti ci fosse l’indicazione di seguire la linea politica nazionale? Su questo aspetto ha chiarito Saverio D’Alessio: “Non c’è nessuna politica del doppio forno, io seguirò la linea di Cesa, ma nulla accadrà a livello locale. Qui siamo liberi di agire”. In sostanza coloro che hanno già accordi politici precedenti a questa nuova linea, non dovranno mutare nessun equilibrio.
La questione è un’altra. Alle politiche l’Udc scenderà in campo col centro-destra e poi proverà a dialogare col centro-sinistra ed il Pd, probabilmente per un governo di salute pubblica. L’attuale legge elettorale al varo al Senato e già passata alla Camera, per quanto detto dai bene informati, non garantirà una maggioranza sufficiente. Tale condizione potrebbe sfociare in un accordo tra Pd e Fi ed i relativi alleati, una sorta di governo di ispirazione europeista che farà da contraltare alle formazioni politiche antieuropeiste. Un partito della nazione che si costituirà in parlamento. È una soluzione che però schiaccia le ideologie di riferimento, se ancora ci sono delle ideologie, traducendosi invece in una nuova: europeisti e non europeisti.
Giuseppe Colamonaco – Le Cronache