Appostamenti e ricostruzioni. Arrestati i cavesi Carmine Senatore, Vincenzo Marzano e Massimo Lorusso, già noti. Anche rapine. Le indagini dei carabinieri coordinate dalla Procura di Nocera Inferiore.
CAVA DE’ TIRRENI – Bocche chiuse ma palpabile soddisfazione quella che trapelava dai locali della tenenza cittadina dei carabinieri quando nella prima mattinata di ieri nel suo piazzale facevano ingresso a sirene spiegate le gazzelle dopo la cattura di tre ragazzi cavesi che ha scritto la parola fine sulle sorti di una giovane ma agguerrita baby gang specializzata in furti di automobili, i cui componenti tutti con precedenti penali erano già noti alla cronaca ed alle forze dell’ordine locali per altre gesta condotte singolarmente.
Notti insonni passate in appostamento, ricostruzioni di percorsi, monitoraggio dei movimenti, ed una fitta collaborazione tra la procura della Repubblica di Nocera Inferiore e gli uomini comandati dal maresciallo maggiore Antonio Palumbo, hanno permesso ieri mattina l’arresto di tre ventenni residenti a Cava de’ Tirreni, Carmine Senatore, Vincenzo Marzano, Massimo Lorusso, a cui è stato re- citato il capo d’accusa del con- corso in rapina. L’attività d’indagine coordinata dalla pro- cura di Nocera diretta dal dottor Antonio Centore e condotta dalla tenenza dei carabinieri di Cava de’ Tirreni ha permesso di ricostruire le gesta criminose dei tre metelliani, ovvero: lo scorso 23 settembre armati di pistola ed a volto coperto, nei pressi della stazione ferroviaria di Cava de’ Tirreni erano riusciti ad impossessarsi di una Mercedes classe A; il giorno seguente, 24 settembre 2017 la banda aveva messo a segno due colpi, di cui uno non andato a segno.
Sempre armati ed a volto coperto, a Salerno si erano impossessati di una Citroen C1 a bordo della quale viaggiavano due donne, mentre a Cava de’ Tirreni avevano cercato di impadronirsi di una Toyota Yaris ma la reazione tempestiva del conducente si è frapposta all’intento ed il risultato è stato solo la rapina di una borsa riposta sul sedile anteriore del veicolo. Dopo la compilazione della burocrazia di rito nella stessa mattinata di ieri i tre giovani metelliani sono stati sottoposti agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni di residenza. Il maresciallo Palumbo ancora una volta si riconferma guardiano silenzioso della città, infatti grazie a lui ed ai suoi uomini, seppur in sottorganico, dal mese di maggio ad oggi in città è stato possibile notare la drastica riduzione dello spaccio e della produzione di sostanze stupefacenti con oltre quattordici arresti e del diminuire vertiginoso dei reati contro il patrimonio grazie ad azioni di monitoraggio costante del territorio e di prevenzione.
Infine, evitando qualasiasi domanda in merito alle attività in evoluzione gli uomini della tenenza metelliana semplicemente ci hanno fatto capire che non è finita qui.
Adriano Rescigno – Le Cronache