Occorre un’indagine della procura per provare la continuità dell’inquinamento. E la possono fare anche i vigili urbani.
NOCERA INFERIORE – Evitiamo spot e facciamo cose concrete. La speranza che con controlli episodici si risolva qualcosa è vana: bisogna commissariare le aziende che inquinano, altra soluzione non c’è. Ad esempio, da quando ad Agri è stato nominato un referente della procura per le emissioni in aria di una nota azienda conserviera, la puzza è scomparsa. Molti imprenditori se ne fregano di leggi e multe e sono inquinatori cronici: pensare a un loro ravvedimento è da ingenui. L’unica soluzione è nominare un responsabile per le emissioni in aria e delle acque reflue nominato dalla procura.
Per fare questo occorre un’indagine penale ad opera dei carabinieri del Noe o, anche, della polizia locale. I vigili urbani, per intenderci, hanno le competenze in tema di polizia ambientale per eseguire controlli e indagini. Come fare? Una parte l’ha illustrata l’ingegnere Roberto Cigliano nel convegno sul Sarno organizzato a Scafati nei giorni scorsi (VIDEO QUI): i controlli sono spesso falsati perché si verificano solo i pozzetti fiscali dei reflui mentre è noto, anche agli ingenui, che molte aziende utilizzano i bypass per sversare in torrenti e canali le acque reflue, quindi le verifiche vanno fatte meglio e con personale specializzato che si può avere anche con nomina di esterni.
C’è un video che circola su facebook su tubi mobili che sversano da una ditta nel canale Fosso Imperatore, poi ritirati alla vista delle telecamere: basta riprendere l’attività per giorni di questa azienda e il gioco è fatto. Insomma occorre un’indagine accurata che possono svolgere gli stessi vigili urbani, anche di Nocera Inferiore, anzi proprio quelli di Nocera Inferiore che possono van- tare un comandante, Giuseppe Contaldi, esperto nel reperire prove con mezzi tecnologici. Esempio in questo settore fu l’indagine “Caronte”, di una decina di anni fa, che scopri come una ditta di espurgo pozzi ad Angri sversava regolarmente in un canale affluente del Sarno.
Non c’è bisogno di una legge speciale, quindi, né di ordinanza ma solo che gli uffici facciano quanto loro possibile con un’inchiesta organica in collaborazione con la procura. Ormai di materiale per iniziare un’indagine che non potrà non tenere conto anche delle immissioni di inquinanti da parte degli agricoltori e i tanti che nelle zone agricole sversano anche le acque reflue delle abitazioni nei canali. A proposito delle abitazione, in questo ambito va ricordata l’assenza delle condotte fognarie che dovranno essere realizzate anche in questi zone rurali. Aree dove, però, dagli anni Settanta in poi è stato notevole l’abusivismo edilizio e così al danno per l’ambiente per la realizzazione incontrollata di abitazioni e attività commerciali oggi la comunità deve farsi carico del costo di infrastrutture che devono servire proprio che ha costruito illegalmente.
Una vecchia storia questa, come quelle dove molti lamentano gli allagamenti pur avendo realizzato abusivamente immobili in zone di espansione o vicino ai corsi d’acqua. Abusivi o amici dei politici che rendevano talvolta possibile le costruzioni con piani regolatori redatti solo sulla base di interesse elettorali. Ecco perché molti di quelli che oggi protestano non hanno diritto morale a farlo. Ciò non significa che la lotta contro gli inquinatori non vada fatta ma la si fa per un interesse genere.
Le Cronache