Nocera Inferiore. Le tre bufale che terrorizzano la classe politica e non solo

Purtroppo l’ignoranza regna sovrana.

Notizie false gettano il panico nella classe politica nocerina. Notizie di ogni genere legate all’inchiesta sulla scambio elettorale politico mafioso alle ultime amministrative di Nocera Inferiore. Tante voci che sembrano una vera e propria campagna della paura ma che in realtà sono frutto della profonda ignoranza e della mediocrità di molti protagonisti della vita politica cittadina e dal sentimento di rivalsa di alcuni. Vediamo le notizie più clamorosamente false.

Al primo posto della hit parade delle bufale si classifica l’urgenza del dimettersi: «Visto che indagano consiglieri comunali ogni giorno prima o poi sciolgono il consiglio comunale e i consiglieri non potranno più ricandidarsi. A questo punto meglio se si dimettono subito così si salvano» E qualcuno aggiunge: «E così l’indagine decelera». Chi sostiene tutto questo o è impaurito è cattiva fede o un ignorante (più probabile la seconda). Basterebbe solo ricordare il recentissimo caso del Comune di Scafati per stabilire che lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche interviene anche se il consiglio comunale già si è sciolto (a Scafati si era perfino insediato da mesi il commissario prefettizio). Quindi che il consiglio comunale si dimetta o no, se c’è infiltrazione camorristica risulterà sempre sciolto per questo motivo. Le dimissioni in blocco sono di conseguenza inutili ad evitare conseguenze per i consiglieri comunali. In merito alla decelerazione delle indagini, parliamo di magistrati seri che perseguono i reati certamente non perché c’è o non un consiglio comunale in carica.

Al secondo posto delle bufale si classifica quella del nome degli indagati e sul loro numero e ruolo. Chi è stato interrogato, come raccontano le cronache giornalistiche, dagli inquirenti, senza la presenza degli avvocati non può essere indagato: l’interrogatorio sarebbe nullo. Si confonde, più o meno ad arte, la persona informata sui fatti (uno che sa di qualcosa, quello che semplicisticamente un tempo si chiamavano testimoni) con l’indagato (persona sottoposta ad indagine) o ancora peggio con l’imputato (colui che viene chiamato a rispondere di un’ipotesi di reato). Al momento, i consiglieri comunali indagati sono due (Nicola Maisto, dimessosi, ed Ilario Capaldo), nessun assessore, non lo è il sindaco. Non ci sono imputati, essendo l’indagine ancora in corso.

Al terzo posto la necessita dell’arrivo della commissione d’accesso agli atti per valutare lo scambio politico elettorale. Una commissione nominata dal Ministero dell’interno non ha compiti investigativi ma solo di verifica di anomalie amministrative. Nel caso in specie, l’arrivo di una commissione d’accesso agli atti avrebbe solo una procedura da verificare, la delibera della Giunta con la quale fu autorizzato l’avvio del procedimento per l’eventuale cambio di destinazione d’uso di un’area verde a mensa per la Caritas. I commissari potrebbero anche verificare tutti gli appalti del Comune e altri atti ma sarebbe un lavoro da zero, visto che per ora non ci sono altre procedure amministrative attenzionate dalla Dda, tranne quello a cui era interessato dell’ex consigliere comunale Carlo Bianco, del candidato d’opposizione Ciro Eboli e del boss Antonio Pignataro per un’opera da assentire dopo un iter comunale agli inizi. Dal quarto posto in poi si aggiungono le false notizie di arresti e perquisizioni e tante altre.

Le Cronache

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