Inghiottite due auto, distrutte imbarcazioni e danneggiati stabilimenti balneari. Un lunedì da dimenticare in molti comuni delal Costiera.
MAIORI. L’allerta meteo proclamata dalla Regione Campania non ha deluso le aspettative in Costiera Amalfitana. Maiori è stata forse la più colpita tra le città della bella costa. I volontari di Protezione Civile, attivi dalle prime ore di lunedì mattina, 11 settembre, hanno evitato che il nubifragio si trasformasse in qualcosa di più pericoloso, scongiurando una possibile e tragica alluvione, come accadde nel lontano 1954. I danni però ci sono stati e sono stati ancora più evidenti ieri, 12 settembre, quando la ritrovata tranquillità del tempo ha permesso di prenderne effettivamente atto.
Lunedì scorso ha piovuto ininterrottamente per tutta la notte: i cittadini si sono risvegliati con una pioggia battente che durava già dalle 2 e che è continuata fino a sera. Intorno alle 15,30 le montagne incendiate a fine scorso al confine tra Tramonti e Maiori hanno letteralmente iniziato a sputare cenere, fango nero e rami spezzati che si sono riversati nel fiume che dal comune montano giunge al mare. E adesso è il nero a dominare, colora le acque la sabbia di un colore cupo spaventoso, inimmaginabile a ridosso di una stagione che ha visto le spiagge dorate brulicare di numerosissimi bagnanti.
Il peggio, comunque, è stato scongiurato: il fiume, seppur gonfio d’acqua e rami, non ha trovato ostacoli sulla sua strada e non è fuori uscito dagli argini, “limitandosi” a inghiottire due automobili in sosta vicino all’alveo, prontamente rimosse dai volontari di Protezione civile. La sorte peggiore l’hanno avuta i possessori delle imbarcazioni ormeggiate in mare, che hanno sottovalutato il pericolo e si sono ritrovati con le barche affondate o spezzate in due, e i gestori degli stabilimenti balneari che non erano riusciti a sgomberare le strutture prima della tempesta.
A testimoniare l’azione distruttiva delle onde non solo la conta dei danni, ma anche i rifiuti che ieri mattina erano disseminati su tutto il litorale: boe, pezzi di legno in frantumi, bottiglie di detersivo, buste, materassini sgonfi.
Maria Abate – Le Cronache