L’inquietante intercettazione sugli attentati terroristici e i documenti ritrovati

Continua alta l’attenzione sul ruolo di due extracomunitari residenti in città.

SCAFATI – Quell’inquientante intercettazione su un attentato alla Sagrada Famiglia. Intorno a questo ruotano le idnagini dei carabinieri del Ros circa i due fratelli Bakhada, di nazionalità marocchina, e in particolare il 25enne Soulaimane. Proprio lui avrebbe parlato a telefono con un connazionale dell’attentato alla Moschea blu di istambul e alla cattedrale di Barcellona. Un particolare inquientante, visto che l’uomo era stato all’estero ed era da poco rientarto in Italia ma soprattutto parla a telefono anche di altri possibili attentati.

Da qui la perquisizione di cui Le Cronache e pubblicato sul sito RTAlive, ha raccontato, in esclusiva, riportando anche la versione di Soulaimane Bakhada e del fratello 27enne Abdelghani, riferita dal loro avvocato Ludovico Fattoruso. I due si sono detti estranei ad ogni vicenda terroristica e il materiale di propaganda jiadista ritrovato a marzo scorso a casa di Abdelghani era detenuto, a loro dire, solo a titolo di informazione su un fenomeno complesso. A colpire sono due elementi di questa storia, oltre le intercettazioni.

Il primo il passaporto e una patente di guida di un ucraino deceduto tempo prima in quell’appartamento, e una tessera sanitaria di un italiano ritrovato nei due appartamenti, mentre nell’abitazione di “Emilio” (il terzo marocchino tenuto sott’occhio) i Ros hanno trovato carte e documenti di altri due extracomunitari del Marocco non presenti alla perquisizione.

Il secondo elemento è la senza fissa dimora dei fratelli Bakhada? Come è possibile che lo siano dopo anni che sono in Italia?
In un vano chiuso da una catena non a disposizione degli indagati I ros hanno trovato un bersello di pelle con un iphone 6, un sacchetto con bustine di plastica all’interno. A cosa servivano?

Adriano Falanga – Le Cronache

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