Ancora inascoltato l’allarme lanciato dai cittadini e dai commercianti sulle condizioni assai critiche della viabilità metelliana. Con i nuovi fatti di cronaca riemerge il problema della pericolosità di molte strade.
CAVA DE’ TIRRENI – Strade, maledette strade. Tra l’imperizia di chi conduce veicoli o cammina a piedi e le responsabilità di chi dovrebbe garantire una manutenzione costante delle strade cittadine. Da Sant’Anna a corso Principe Amedeo, da via Gaetano Cinque (dove ormai la situazione tanto chiacchierata ma mai realmente risolta, è allarmante) a via Gramsci finendo a via delle arti e dei mestieri, il mantra recitato dai cittadini è sempre lo stesso: «Strade in condizione vergognosa. Ogni giorno si rischia la vita». Sempre al netto delle strade di periferia che ci riserveremo di trattare in uno scritto successivo.
Ieri mattina l’ultimo incidente nei pressi dell’ospedale che ha coinvolto diversi pericoli mentre solo 9 ore prima, nella notte tra lunedì e martedì una toyota yaris proveniente da corso Principe Amedeo, nera con a bordo quattro giovani si schiantava rovinosamente contro la ringhiera del sottopasso di via Atenolfi travolgendo le anime di ferro nella sua corsa e solo per fortuna o per miracolo non c’è scappato il morto. Buche che sembrano voragini, curve progettate male (es.incrocio corso Principe Amedeo – via Atenolfi), asfalto consumato, dissuasori di velocità questi sconosciuti, velocità in centro abitato che da 50 km/h dovrebbe abbassarsi a 40 km/h, più pattuglie della polizia locale in funzione dissuasiva e preventiva, rimedi semplici e poco dispendiosi che potrebbero salvare la vita, prevenzione. Ancora una volta e non solo di sabato sera.
Il cittadino si educa, le patenti vanno ritirate, gli amministratori locali che superano controsenso le auto a cavallo degli scooter andrebbero sanzionati per primi, non girarsi dall’altro lato. Non tutti sono capaci di raziocinio che è alla base della civile convivenza che non mette a rischio la vita altrui. Altrettanto infruttuoso è prendersela con l’amministrazione cittadina, è come dire “piove, governo ladro”, soprattutto quando gli incidenti sono causati da imbecilli patentati che esemplarmente dovrebbero essere sanzionati, ma la stessa amministrazione deve munirsi di azioni preventive, altrimenti diventa complice dei disastri che potrebbero capitare. Anche gli automobilisti, centauri, pedoni, sono cittadini, non è sempre detto che le vetture sono un salvavita e se la coscienziosità non si attiva servono rimedi, difese attive e passive.
Serve riflessione seguita da azione. Serve velocità di esecuzione. Assessori, dirigenti e consulenti sono pagati per questo. Serve uscire dal solito clichè che vede azioni subito dopo l’esserci scappato il morto, nell’arco di 10 ore ne sono stati evitati parecchi solo per destino. La fortuna potrebbe finire.
Adriano Rescigno – Le Cronache