Sentenza della cassazione.
ECONOMIA. Cambia tutto nuovamente sui versamenti sul conto corrente. Di fatto fino a qualche mese fa l’interpretazione delle norme andava nella direzione che un accertamento su prelievi e versamenti era solo da far valere in fase di contestazione sulle imprese e non sui professionisti o sui privati. Orientamento questo che in fase di contenzioso col fisco di fatto ha quasi sempre segnato punti a favore del contribuente professionista.
Dunque il fisco nei procedimenti ha quasi sempre perso dato che la Cassazione non riteneva rilevanti versamenti e prelievi dei professionisti come indizio per una sospetta evasione. Ma attenzione: questo è l’orientamento fino a pochi giorni fa.
Adesso cambia tutto con una sentenza della Suprema Corte dello scorso 8 agosto. In questo caso la Cassazione ha ribaltato l’orientamento mettendo nel mirino i versamenti dei professionisti e dei privati. Di fatto sulla questione si era espressa già la Corte Costituzionale che aveva chiarito con queste parole i dubbi: “È arbitrario ipotizzare che i prelievi ingiustificati da conti correnti bancari effettuati da un lavoratore autonomo siano destinati a investimento nell’ambito della propria attività professionale e che questo a sua volta sia produttivo di reddito“. Nessun riferimento dunque ai versamenti.
Ma la Cassazione di fatto, prendendo spunto dalla Consulta, ha però fatto un passo ulteriore estendendo l’orientamento per gli accertamenti sui versamenti di professionisti e privati. Dunque per chi esercita una professione da libero professionista (ma anche per i privati) adesso arrivano tempi duri e i versamenti potrebbero essere soggetti ai controlli del fisco e a possibili contenziosi.
Le Cronache