Provenivano da S. Anastasia. A scoprire la partita contaminata i medici veterinari dell’Asl di Salerno.
Ad Atena Lucana sono state ritirate dal mercato 30 mila uova. E altre 20 mila devono essere rintracciate. In tutto 50 mila uova, provenienti da un allevamento di Sant’Anastasia, in provincia di Napoli, dove stata riscontrata una positività al fipronil. “Si tratta di un intervento legato alla catena di distribuzione, realizzato in un centro di deposito di Atena Lucana, a cui i nostri servizi veterinari hanno collaborato“, spiega Arcangelo Saggese Tozzi, direttore Dipartimento prevenzione dell’Asl di Salerno.
Le 50 mila uova segnalate presenti nel centro “non erano destinate alla distribuzione diretta al consumatore, ma ad aziende ed esercizi di preparazione alimentare, pasticcerie in particolare“, aggiunge. Le uova che saranno rintracciate “verranno ritirate dal produttore, come le prime 30 mila“. Saranno invece distrutti eventuali prodotti già realizzati. “Non ci sono pericoli per i consumatori. Questa operazione – sottolinea Saggese Tozzi – è proprio la dimostrazione del funzionamento del sistema di controllo degli alimenti che blocca la distribuzione dei prodotti segnalati, grazie alla collaborazione tra i nostri servizi territoriali con il sistema ministeriale, quello regionale e i Nas“.
I medici veterinari dell’Asl Salerno hanno trovato le uova, già imballate, all’interno di un deposito all’ingrosso. E’ risultato che le uova erano state, dapprima, campionate in provincia di Napoli. I controlli da parte dei servizi veterinari proseguiranno su tutto il territorio salernitano al fine di garantire la sicurezza alimentare dei prodotti di origine animale. Le uova contaminate al fipronil sono arrivate nel Vallo di Diano e forse anche nel Cilento ma è ancora da verificare, prima di andare nel commercio e quindi nessun pericolo è stato corso dalla popolazione. Sul caso fondamentale è stato il lavoro del servizio veterinario dell’Asl Salerno e quello distrettuale. Vincenzo Tropiano, direttore di Coldiretti Salerno, interviene in merito al caso delle uova sequestrate in quanto contaminate da un insetticida. Tropiano rassicura sui controlli in atto e anche sulle possibili conseguenze di un ingerimento di tali prodotti.
Il direttore di Coldiretti rassicura i cittadini e invita a non preoccuparsi più del dovuto. Il Fipronil è una sostanza generalmente usata come insetticida, in particolare presente negli antiparassitari come gli antipulci utilizzati comunemente per allontanare pulci o zecche dagli animali domestici come cani e gatti, il cui commercio è legalmente autorizzato a seguito anche del controllo per il rispetto delle normative dell’Unione Europea in materia di tollerabilità del prodotto per gli animali e l’assenza di rischi gravi per l’uomo Vi è però il divieto di utilizzo come insetticida per gli animali che producono alimenti destinati agli uomini.
L’eventuale ingestione del Fipronil non causerebbe effetti comunque gravi sull’uomo con effetti tossici che potrebbero registrarsi solo in caso di ingestione di dosi massicce e continue. In tali casi, potrebbero registrarsi problemi neurologici vertigini, irritabilità e, solo in casi estremi, convulsioni. In ogni caso pere che l’allarme sia già rientrato, grazie ad un tempestivo intervento. Per quanto riguarda il Vallo di Diano, le uova destinate alla vendita provengono, come detto dallo stabilimento di Sant’Anastasia dove, a seguito controllo a campione è stato rilevato un più basso contenuto di fipronil, rispetto all’altro caso di Benevento.
Questo è purtroppo il terzo caso di uova contaminate in Campania. Lo si apprende dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno. In seguito ai controlli per verificare eventuali contaminazioni da Fipronil nei prodotti avicoli e negli ovoprodotti sono stati effettuati in Campania 37 campionamenti e, su 35 rapporti di analisi, 33 sono risultati non contaminati. Due, invece, i casi di ‘non conformità rilevati in 2 centri di imballaggio annessi ad allevamenti fa sapere Antonio Limone, direttore generale dell’Istituto.
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