Occorre che i tre Comuni si impegnino economicamente per sostenere le spese. Impiantata dopo la seconda guerra mondiale dal 2007 è illuminata solo da alcuni piccoli neon.
CAVA/VIETRI/SALERNO – Dopo il secondo conflitto mondiale e le operazioni di smontaggio dei pezzi di artiglieria da parte degli alleati, serviti alla cacciata delle truppe tedesche dalla valle metelliane, monte San Liberatore, noto anche come monte Butornino, alla sommità dei suoi 466 metri, dal 1955 per volontà del benefattore Vincenzo Adinolfi è presente una croce a due facce alta 18 metri che di notte viene illuminata.
Sorgendo il monte sí in territorio di Vietri Sul Mare, ma anche in un punto di intersezione tra i territori con Cava de’ Tirreni e Salerno, per anni i costi per la gestione della ferrea struttura su delibera compartecipata dei tre comuni erano equamente distribuiti. Dal 2007 però, con l’avvento della crisi economica ed conti sempre più in rosso degli enti locali, l’illuminazione notturna della croce non è più in funzione. In questo istante della storia della vetusta croce, come spesso succede in un’Italia remittente, entra in gioco le forze associative e volontarie del sodalizio “luce del Liberatore” presieduto dal salernitano Pasquale Grimaldi che mira per l’appunto alla riaccensione del monumento.
Nel frattempo nel territorio sud-est della valle metelliana si costituisce anche l’associazione “Alema“, acronimo indicante i nomi delle frazioni cavesi: Alessia – Marini – Arcara, che si unisce all’opera di raccolta fondi messa in piedi dagli uomini guidati da Grimaldi che come testimonia la fotografia, sono riusciti a restituire alla croce un’illuminazione parziale al neon, alla quale finitura, dopo aver recepito, si spera anche grazie all’aiuto dei tre comuni interessati, la somma di quasi 30.000 euro, si aggiungerà un’illuminazione del perimetro della base del monumento con fari a basso voltaggio alimentati sempre in maniera sostenibile.
Sarebbe dunque auspicabile uno sforzo completivo degli enti locali in quanto l’eremo di San Liberatore presente sul monte è stato definitivamente restaurato nel 2009 ed è attrattiva per molti fedeli, nonché la zona è meta di numerosi trekkers che si cimentano nella sua scalata, od anche in questa occasione ci troviamo dinanzi al sacrificio delle tradizioni e della bellezza per superabili motivi di bilancio?
Adriano Rescigno – Le Cronache