Sant’Alfonso il Santo di tutto l’Agro nocerino. Di seguito una breve storia.
Nacque il 27 settembre 1696 a Marinella, nei pressi di Napoli, nella nobile famiglia de’ Liguoro: il padre Giuseppe era ufficiale della marina reale e la madre, Anna Cavalieri d’Avenia, era sorella del servo di Dio Emilio Giacomo Cavalieri.
Primo di otto figli, il padre voleva che ricevesse una buona istruzione e crebbe all’insegna di una robusta educazione religiosa. Intrapresi gli studi di diritto all’Università di Napoli, a sedici anni divenne dottore in diritto civile e canonico. Esercitò con successo la professione forense, ma persa un’importante causa, decise di abbandonare l’avvocatura. Rampollo di un’antica famiglia, rinunziò al diritto di primogenitura a favore del fratello.
Depose quindi la spada sull’altare della chiesa di Santa Maria della Mercede, per iniziare a studiare teologia in casa e nel 1726, a trent’anni, fu ordinato sacerdote. Si dedicò con tutto sé stesso all’attività pastorale. Confessore efficace, si dice che non abbia mai rifiutato l’assoluzione ad alcuno. Alfonso de’ Liguori pensò a una congregazione che si dedicasse al soccorso e all’educazione della parte più povera della società, sognò missionari che portassero la luce della fede e il fuoco della carità nei bassi cittadini e nelle capanne rurali. Nel 1732 fondò a Scala, vicino Amalfi, l’Ordine dei Redentoristi, attualmente diffuso in tutta Europa, in America e in altre parti del mondo. A settantasei anni fu nominato vescovo di S. Agata dei Goti, tra Benevento e Capua.
Morì novantunenne il 1° agosto 1787 a Nocera de’ Pagani. Pio VII lo beatificò nel 1816, Gregorio XVI lo canonizzò il 29 maggio 1839 e nel 1871 fu proclamato dottore della Chiesa da Pio IX. Nella sua celebre Theologia moralis reagendo al rigorismo dei giansenisti ne accentuò non la severità ma la compassione e la misericordia. Ha ispirato una vasta corrente della spiritualità mariana con Le Glorie di Maria libro di devozione popolare. È ricordato anche per aver scritto il canto di Natale italiano più noto: “Tu scendi dalle stelle”.
Oggi la città di Pagani è in festa poiché Sant’Alfonso ne è il patrono. Il Santo ha tanto scritto nella sua vita, di seguito riportiamo uno dei suoi testi: “Ah Signor mio, quanto vi ringrazio della luce che mi date. Io v’ho lasciato tante volte, vi ho voltato le spalle; ma Voi non mi avete abbandonato; se mi avreste abbandonato, io sarei rimasto cieco. .ecco, Signore, io tutto a Voi mi dono, mi pento sopra ogni male. .V’amo, mio sommo bene. No Gesù mio, non vi voglio perdere. Maria speranza mia, pregate Gesù per me”.
Redazione (fonte Frate Indovino)