Dopo 12 anni vincono sei avvocati dirigenti. E poi non ci sono i soldi per i sanitari.
NOCERA/AGRO – Riesumato e non solo… pure raddoppiato. Si è concluso il concorso pubblico, bandito dall’Asl Salerno, per il reclutamento di avvocati dirigenti. Non solo dopo 12 anni anni, con un’opera da maghi medievali era stato resuscitato una procedura concorsuale ma si è deciso di allargare il numero dei vincitori, dai tre posti banditi a sei, grazie ad autorizzazione regionale. Sono risultati vincitori Fernando Mariano, Marco Forlenza, Rosa Russo, Guido Verderosa, Claudia Vuolo, Lucia Fiorillo. E così, mentre non si trovano i soldi per assumere medici e infermieri, se ne trovano per assumere avvocati dirigenti.
Un concorso finita nella bufera, come avevamo ricordato a settembre scorso. Ricordavamo allora che nell’aprile 2016, l’Asl Salerno con un miracolo aveva resuscitato un concorso per tre dirigenti avvocati bandito nel 2004 dall’allora azienda sanitaria locale Salerno 1 e la cui prova scritta era stata espletata nel 2006. Questo concorso è stato funestato da processi amministrativi e penali direttamente o indirettamente legati ad esso. Tre avvocati dipendenti dell’Asl Salerno 1 ed oggi all‘unica azienda sanitaria salernitana erano finiti nell’occhio del ciclone e poco dopo ne erano caduti altri: questi tre fanno parte dei 14 che avevano superato la prova scritta e che a giugno scorso sono stati ammessi alla seconda prova che si terrà mercoledì prossimo.
Si tratta di tre dipendenti ed avvocati dell’ufficio legale, Rosa Russo di Castel San Giorgio -fino allo scorso anno nota anche per essere il presidente del consiglio comunale della sua cittadina e in forza all’ufficio legale del Comune di Salerno)-, Guido Verderosa (conosciuto per essere stato prima candidato nel centrodestra a ora vicinissimo all’area deluchiana) e Fernando Miriano, entrambi di Nocera Inferiore erano stati esclusi dal concorso per aver copiato parte della loro prova scritta e pare in maniera anche non molto dissimile uguale tra loro. I tre furono esclusi dal concorso ma presentarono ricorso al Tar di Salerno che, nel 2008, diede loro ragione sostenendo più o meno per tutti e tre, la commissione non avrebbe adeguatamente verificato e motivato nel verbale la non “bontà” della prova scritta.
I tre avvocati esclusi proposero querela e scattò un’indagine più complessa che alla fine vide imputati gli avvocati Annamaria Farano, capo dell’ufficio legale (in seguito sarà anche direttore amministrativo dell’Asl Salerno) e l’ex direttore generale Giovanni Russo ed Enrico Violante, tutti e tre cavesi (anche se Giovanni Russo è di Nocera Superiore). Secondo l’avvocato Farano, i tre “suoi” dipendenti «denunciavano una serie di comportamenti, a loro dire, ri- torsivi nei propri confronti che aveva procurato loro danni professionali, morali e patrimoniali nonché
anche l’Azienda. In particolare lamentavano: di essere stati estromessi da me dall’attività legale svolta fino ad allora per conto dell’Ente per mera ritorsione; che a seguito della esclusione gli incarichi defensionali erano stati conferiti a professionisti esterni fra i quali un cugino della moglie dell’allora Direttore Generale della Asl Salerno 1 Giovanni Russo; di essere stati ingiustamente esclusi dal concorso pubblico per la co- pertura di tre posti di avvocato dirigente.
Il processo si concluderà in Cassazione per la Farano, Giovanni Russo e Violante con la loro piena assoluzione. In primo e in secondo grado i giudici di appello ritennero legittima l’esclusione dal concorso dei tre dipendenti atteso la evidente sovrapponibilità degli elaborati tra loro e con il manuale esibito. Copiato o non copiato in parte poco interessa, certo un concorso che aveva contribuito ad un processo penale attivato su iniziativa dei tre dipendenti che avevano proposta querela conclusasi con la non colpevolezza di tre dirigenti dell’Asl oggi si conclude dopo 13 anni anni con la vittoria, tra gli altri dei tre avvocati protagonisti della lunga querelle.
Le Cronache