VIDEO – Nocera Superiore: i miracoli della Madonna di Materdomini

La Madonna di Materdomini di Nocera Superiore ha un fascino antico ed è legata ad alcuni miracoli e leggende.


Nella basilica oltre all’effige della Madonna bruna è conservata la “reliquia del latte”; questa secondo racconti locali avrebbe fermato l’eruzione del 1707 con il latte portato in processione.

La reliquia del latte della Madonna non è più esposta nel Santuario ma custodita nel Convento. Conservata in una ampolla presenta una polverina bianca. Le cronache riportano che in alcune circostanze la polverina, sotto lo sguardo dei fedeli in preghiera si sia liquefatta diventando spumeggiante  e riempiendo tutta l’ampolla. Di questo avvenimento ripetutosi negli anni, 1837-1848, 1860 e il 3 settembre del 1884, furono testimoni oculari alcuni religiosi e preti.

Un altro miracolo della Vergine è quello di Felice Egidio di Roccapiemonte avvenuto il 14 agosto del 1832. L’uomo si stava abbigliando per la festa e fu colpito da un colpo apopletico. Rimase privo di vita. Si cercò di fare di tutto per rianimarlo, ma fu inutile. Solo la preghiera alla Materdomini lo riportò in vita.

Intorno alla Materdomini ci sono anche delle leggende. Lo storico Bernardino da Lioni (1834) racconta della presenza nella zona di un drago: “Aveva il corpo a guisa di cane, i denti di cinghiale, le orecchie di lupo, i piedi di gallo, le ali di pipistrello, la schiena coperta di dure scaglie, la cosa verde e carnosa, agli occhi spirava veleno e dalle narici mandava velenose fiamme”. Nessuno che avesse incontrato il drago poteva salvarsi, un solo suo mostro era la morte. La semplice popolazione contadina del luogo era terrorizzata e pochi osavano inoltrarsi nella boscaglia. Un prigioniero di  Roccapiemonte, fuggito dalla fortezza del Monte Solano si ritrovò nel bosco dove incontrò il drago. Spaventato e spacciato invocò la Materdomini che lo salvò. Egli scagliò la zagaglia che si ritrovava contro il drago. Lo colpì in fronte, la bestia, fulminata, giacque al suolo dibattendosi e facendo cosicché il ferro penetrasse più a fondo, finché morì. Per tutti fu un miracolo.

Altro miracolo attribuito alla Madonna bruna è quello di una madre a cui morì il figlio. La donna chiese di seppellire la salma non al cimitero, ma nel Tempietto. Venne accontentata e nella chiesa il figlio ritornò in vita.

Ma i miracoli non finiscono qui. L’Imperatore Enrico III sofferente di lebbra entrò nel Tempio. Un sacerdote gli offrì dell’acqua santa ed al contatto con essa guarì. A seguito della guarigione tanti furono i privilegi che l’Imperatore concesse oltre a cospicue elargizioni.

Nel tempo i miracoli sono stati diversi, come la guarigione di un bimbo cieco, la restituzione dell’uso delle gambe ad un paralitico, la liberazione di un ossesso. La Madonna di Materdomini continua ad essere motivo di miracoli e grazie ricevute e ciò continua ancora oggi.

Giuseppe Colamonaco

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