Le pressioni vane sul dubbioso sindaco

Torquato non si mosse ne incontrò nessuno fino alla richiesta del vescovo.

NOCERA INFERIORE – Quelle preoccupazioni del sindaco Manlio Torquato per l’operazione casa famiglia che tanto infastidivano Ciro Eboli e Carlo Bianco. Il sindaco era determinato a chiedere che vi fosse una formale espressione di volontà da parte del Vescovo di Nocera Inferiore a favore della casa famiglia e che da sola la richiesta del sacerdote Alfonso Santoriello non bastasse, e che ci fossero le necessarie coperture finanziarie.

Voleva essere sicuro della pubblica utilità e della finalità esclusivamente sociale dell’opera. Della cosa, il Sindaco intendeva parlarne direttamente con il Vescovo, come risulta dagli atti. Eboli, allora, chiese a Bianco di incontrarsi nella Cattedrale di Nocera con il Sindaco per andare insieme dal Vescovo ed avere un chiarimento.

Torquato disse no, tant’è che lo stesso Bianco era preoccupato di perdere molti volti se non avesse fatto questa operazione. Bianco ed Eboli tentarono nuovamente di essere ricevuti dal Sindaco ma invano. Bianco proseguiva il suo pressing anche sul “sordo” assessore Ciro Amato. Il consigliere comunale chiese al sindaco di incontrarsi con il vescovo ma il primo cittadino negò.

Bianco chiese a Torquato di poterlo rappresentare all’incontro con monsignor Giudice ma ricevette un altro no. Intanto Ciro Eboli lavorava alla candidatura di Bianco e proponendo sua sorella come candidata. La sorella è la moglie di Luigi Cuomo, ben noto alle cronache criminali. Ma l’operazione non andò in porto. Il sindaco a lamentarsi del pressing di Bianco. Il 10 maggio, poi, arrivò la richiesta formale con lettera del Vescovo per la casa famiglia e la giunta approvò una delibera con la quale si diede mandato agli uffici di valutare il progetto di variante.

Le Cronache

loading ads