Ora è membro di un gruppo francescano di predicazione, girerà per l’Italia. I frati francescani hanno anche licenziato il personale della pasticceria del Convento.
CAVA DE’ TIRRENI – Questa volta l’idillio con la città sembra proprio finito. Padre Luigi Petrone lascia Cava, per davvero. E’ da parecchio che i followers di “fra Giggino” si interrogano sulla silenziosità assordante del frate che per ultimo nei mesi precedenti aveva lanciato la provacazione di volersi candidare a primo cittadino, ed è proprio ad uno di questi che una fonte oltremodo attendibile rispondeva che Padre Luigi prima o poi avrebbe lasciato la vallata visto che è prassi francescana non far stazionare per periodi eccessivamente lunghi i monaci nei rispettivi monasteri, cosa testimoniata dai recenti, tanti, avvicendamenti nella comunità di Baronissi, Sarno, Bracigliano. Nella serata di domenica invece proprio il frate metelliano che tanto ha diviso la comunità, tra chi tutt’ora lo definisce un imprenditore (date le attività commerciali installate nel convento in quel di piazza San Francesco dopo la ricostruzione della struttura) e chi lo vede come un filantropo che Cava non ha mai compreso fino in fondo, crea una nuova pagina facebook “Luigi Petrone U’ Monaco” indicando non solum che le già esistenti verranno oscurate, sed etiam che adesso è membro di un gruppo francescano di predicazione visto che, voce comune riporta della presenza di una piccola cella lui conservata in quel di Cava che lo ospiterà nei periodi in cui non serà impegnato nella predicazione tra le regioni d’Italia.
Fonti vicine alla Provincia Salernitana Lucana dei frati Francescani riporta inoltre che la stessa Provincia ha provveduto a licenziare il personale della pasticceria presente nel convento e della mensa dei poveri. Come di consueto al carico delle notizie si aggiunge anche “radio portici” con notizie fin ora gossip della più bassa specie, che ha iniziato a fantasticare sulla presenza di dame bianche nella vita del frate (come accadde per Padre Pio) e di coinvolgimenti personali nella gestione delle attività del convento. Resta l’amaro in bocca per l’epilogo triste della storia di un frate che per i suoi modi burberi spesso stonati non è stato compreso ed apprezzato da parte della cittadinanza e della politica, parte della politica che si dice addirittura coinvolta in pellegrinaggi in tempi passati ad Assisi per chiedere la cacciata del frate, ormai personaggio così ingombrante da mettere a sedere nell’ombra addirittura le parole di qualche sindaco. Da contraltare restano però le sue opere ed il monastero ricostruito. Forse perchè molti ancora in ferie e la città sonnolente la notizia non ha ancora preso la sua corsa ma probabilmente nei prossimi giorni saremo chiamati a scriverre altre pagine in merito, perchè “fra Gigino” e le sue gesta non sono mai caduti nel silenzio. Figuriamoci il suo addio.