E Cesarano voleva un altro candidato sindaco

Prima delle elezioni ci furono alcuni malpancisti nel Pd che non intendevano appoggiare Torquato, tra cui proprio l’analista nocerino. Quella ricerca di un altro primo cittadino potrebbe avere ora un “sapore” diverso

NOCERA INFERIORE – Ed ora torna alla mente il percorso che ha portato alle ultime elezioni amministrative quando non fu un facile matrimonio tra il Pd e candidato sindaco Manlio Torquato. Volendo andare indietro nel tempo, la “Nocera Civile” che fu e che inaspettatamente arrivò al ballottaggio contro il candidato del centrodestra Adriano Bellacosa, ebbe modo di allearsi col Partito democratico.

Non un’alleanza sulla scheda elettorale, ma una posizione ufficiale su Manlio Torquato e quindi sul suo sostanziale appoggio al turno di ballottaggio. Forse non da parte di tutto il Pd tradotto in voti, ma una bella fetta di democrat decise per Manlio Torquato sindaco. Appena eletto dopo il primo e unico consiglio comunale, Torquato fu mandato a casa non avendo una maggioranza consiliare: la vicenda passò alla storia come “anatra zoppa“. Quando si ripresentò una seconda volta, l’avvocato Torquato nel 2012 con una coalizione civico – moderata, vinse.

Al ballottaggio i nocerini decisero tra lui ed il senologo Luigi Cremone. In quella coalizione “Torquatiana” era presente la lista di espressione socialista “Riformisti per Nocera“, costituita da socialisti, civici ed ex Pd, tra i fondatori, Antonio Cesarano, già vicesindaco della precedente amministrazione del primo cittadino Antonio Romano. Il Partito democratico non continuò la stessa strada, ma preferì un proprio candidato, il ginecologo Antonio Iannello. Tra Pd e Torquato, più che una pausa di riflessione, fu una rottura. Cesarano dopo le elezioni ed aver lavorato molto per i riformisti e per l’elezione del sindaco, entrò in contrasto con il primo cittadino e ritornò dopo tempo nuovamente al Pd.

Ciò rese tesi i rapporti tra Antonio Cesarano e Manlio Torquato. Tant’è che l’avvicinamento del Pd al sindaco e l’entrata in amministrazione generò molti dissapori e molti malpancisti, tra i quali uno dei più forti era Antonio Cesarano. Quest’ultimo voleva e lavorava per una soluzione alternativa all’uscente Torquato. Cesarano in una riunione a Salerno in presenza di Piero De Luca, si espresse negativamente sull’accordo elettorale a sostegno di Manlio Torquato. Un matrimonio che è stato difficile fare, ma che alla fine fu celebrato con le scorse amministrative di giugno. L’accoppiata Pd – Torquato è stata travagliata e non un semplice cartello elettorale. «Datemi un motivo per rompere», frase detta ai malpancisti in una riunione salernitana ma che questi non riuscirono a replicare anche poiché solo in due erano i contrari all’alleanza con l’attuale sindaco di Nocera Inferiore.

Ora quella contrarietà di Cesarano a Torquato potrebbe avere un “sapore” diverso. Le indagini dimostreranno se quella voglia di un altro candidato (bloccata solo dallo Pd provinciale) fosse genuina politica o ci fosse altro, se si dimostrerà che Cesarano era in combutta con il boss Antonio Pignataro.
L’ex vicesindaco ed analista, va ricordato, è indagato per far parte del clan di “zi” Antonio, assieme al consigliere comunale Carlo Bianco e a Ciro Eboli, candidato al consiglio comunale.

Le Cronache

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