La tensione sale, a scendere dal convoglio sono in tutto non più di 50 persone e 40 minuti dopo l’orario stabilito, il treno parte. Troppa gente, caos alla stazione di Napoli. Costretti a scendere e ritardare l’arrivo a casa.

Ci siamo già occupati delle disastrose condizioni di viaggio dei pendolari (su ferro) lungo la tratta Napoli-Salerno. Ma i problemi ancora si verificano. Venerdì sera l’ennesimo caso clamoroso. Trento che da Napoli deve raggiungere Cosenza. Partenza prevista alle ore 19.30 e circa 200 persone in attesa. Il convoglio arriva tardi sul binario assegnatogli alla stazione di Napoli Centrale e alle ore 20 è ancora fermo. A bordo si sta stretti come sardine.

Quando la situazione è ormai al limite il personale di Trenitalia informa che bisogna alleggerire il carico e che, con tutte quelle persone a bordo, il treno non può partire. “Chi deve andare a Salerno o scendere prima di Sapri – dicono – può prendere il treno delle 20.28“. Seguono discussioni, qualcuno alza la voce, il personale addetto alla sicurezza interna di Trenitalia cerca di dare spiegazioni ma serve a poco. E ci si domanda perché, per esempio, non si è pensato di fare un filtraggio prima di far salire a bordo le persone così da evitare il sovraccarico.

La tensione sale, a scendere dal convoglio sono in tutto non più di 50 persone e verso le 20.10, quaranta minuti dopo l’orario stabilito, il Napoli-Cosenza parte. Non si sa, però, in quali condizioni di sicurezza perché dall’esterno di continua a vedere un mucchio di gente in piedi. Va leggermente meglio ai pendolari che salgono sul treno delle 20.28, che non è super affollato e ha l’aria condizionata (anche questa è una notizia).

Anche se, comunque, parte in ritardo rispetto all’orario previsto. La scena più significativa è quella di una signora, accento settentrionale, che chiede se ci sia diritto al rimborso per tutti questi disguidi. La faccia dei pendolari presenti non si può descrivere. Ma spiega tutto.

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