In piena attività la fantapolitica, all’opera di falliti e menzogneri dop

Agitatori cercano di colpire chiunque, il loro impero é Facebook.

Siamo finiti in un clima di fantapolitica che supera di gran lunga il fantacalcio. A praticarla non sono in molti, in verità solo gli “esperti” di cantonate quelle che arrivano da Facebook.
Il termometro della fantapolitica è la smentita, oggi tristemente veloce perché gira in pochissimi minuti in rete.

È una lotta continua tra la “balla” (o come si dice nelle nostre zone, “palla”) lanciata in campo ed i raccattapalle che le lanciano ovunque. Il tutto finisce anche sui giornali e non solo.

Ma ciò che meraviglia è quella fierezza estrema mostrata di aver lanciato la “palla”, lontano, così lontano che manco la meta raggiunge: va oltre.
Arriva in quel limbo della disinformazione faziosa e parziale che tanti fa godere. Il piacere che ne viene tratto è enorme, tanto enorme che si raggiunge lo scopo: piegarsi e far contento il politico di turno. Il premio c’è, se non sono soldi, si diventa menestrello di turno. Un folle in piazza ad uso e consumo, pronto a lottare per compiacere o denigrare qualcuno. Non siamo a semplici prezzolati, siamo agli arrabbiati, a pallonari di primo pelo che, con l’inchiostro, fanno il pelo e il contropelo. Il problema è che c’è chi gli dà corda, chi accredita costoro, chi ama di essi il veramente falso. Ma è fantapolitica, roba per pochi adepti: per chi con la palla colpisce e poi inevitabilmente perisce.

Un clima che non solo ha anticipato ed è corso lungo la campagna elettorale a Nocera Inferiore ma sta seguendo ogni giorno. I nomi? Sono sempre gli stessi, tra professionisti e non, esclusi e in cerca di visibilità o di un piacere. Tanti in movimento su Facebook, nei bar (beati che loro ne hanno il tempo) con capannelli tra trombati, ex candidati e candidati andati molto al di sotto le voci preelettorali -spesso messe ad arte in giro-, mentori più o meno ufficiali, falliti e aspiranti protagonisti propostisi anche all’insaputa degli altri: varia umanità da “basso impero”.

Giuseppe Colamonaco – Le Cronache

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