Fra Gigino vuol diventare sindaco

Prima un post contro la mancata approvazione dei suoi fuochi d’artificio, poi scrive su facebook ed in ultimo va in tv a spiegare i suoi progetti. Se il frate lascia l’ordine, in mezzo al nulla politico, Cava potrebbe avere un primo cittadino senza bisogno di elezioni.

CAVA DE’ TIRRENI. Quella che sembrava la più classica delle provocazioni nel pomeriggio di ieri diventa una dichiarazione d’intenti: padre Luigi Petrone vuol fare il sindaco, od almeno questo lascia intendere. Infatti come ha dichiarato in un’ intervista alle reti unificate metelliane, dopo la fine dei festeggiamenti in onore di Sant’Antonio partiranno i procedimenti burocratici per poter servire la città gratuitamente grazie anche al meglio delle forze politiche presenti in città. La prima parte della vicenda, (ma sicuramente solo la punta dell’iceberg-ndr), ha avuto teatro su facebook dove di primo mattino il frate più chiacchierato del meridione esordisce con:« Ancora una volta si è voluto distruggere il nostro operato…divieto di fuochi», divieto non assoluto in quanto se il frate non può omaggiare Sant’Antonio oggi con uno spettacolo pirotecnico, può provvedere il 24 giugno, casualmente, in concomitanza con la festa di monte castello (decisione che assomiglia più ad un goffo tentativo di risparmiare che un boicottare la festa al frate –ndr) e come spiega lo stesso frate:«Allora il 17 c’è peccato ed il 24 no… Ognuno ha la sua festa e noi rispettiamo gli altri come dovrebbero fare gli altri nei nostri confronti». Sembrava solo una dimostrazione di malcontento slegata da altri contesti, ed invece alle 11 il gran finale:«Amici miei…Dato che in 20 anni ne ho viste di tutti i colori. Dato che non conto nulla per i miei superiori… Dato che per la curia diocesana non servo. Non sono guardiano non sono responsabile di nulla… allora vorrei vedere come fare la documentazione per servire la mia città e ma mia gente facendo l’esperienza di sindaco, gratuitamente e cercando di unire tutti senza compromessi e lavorando per il bene di tutti».

Un boato che sconquassa l’intera valle e fa tremare la politica locale ben conscia di reggersi su di un trespolo instabile fornito da una elezione persa dalla minoranza e che continua ad oscillare tra il malcontento e l’indifferenza per le scelte attuate fin ora, ed allora si iniziano ad immaginare scenari di fra Gigino contro tutti, scortato dal popolo fino a Palazzo di Città (anche perché il frate effettivamente in città smuove parecchie anime e volendo anche matite indelebili – ndr), ma poi arriva l’apertura che non ti aspetti, infatti in un’intervista tv messa in onda nel pomeriggio lo stesso frate non solo sottolinea che non ricopre alcun ruolo ed abbandonerà anche l’organizzazione della festa di Sant’Antonio visto i continui veleni e qualche boicottaggio burocratico, ma vuole anche mettere insieme il meglio di tutte le forze politiche cavesi, vecchie e nuove, a favore della città che a detta di Luigi Petrone( il frate prima di accedere a qualsiasi carica civile deve abbandonare l’abito sacro, e chissà se si riferisce a questo con «in questi giorni dopo la festa iniziamo tutta quella parte burocratica per iniziare questo cammino per la città» –ndr) può diventare l’ombelico del mondo se gli danno piena libertà di fare, credendo che «Da oggi a Cava si potrà iniziare un cammino nuovo ufficialmente», d’altronde le sue doti organizzative sono incontestabili e fin ora hanno incontrato solo intoppi e chissà se con lui al vertice della piramide la cittadina può realmente fare quel salto di qualità che fin ora è solo millantato.

Adriano Rescigno – Le Cronache

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