Continua la guerra per abusivopoli, dopo anni di lassismo, complicità e mancati condoni. Pronti una ventina di abbattimenti. Gli “abusivi” lamentano il pugno duro nei loro confronti e non verso quelli “famosi”.
CAVA DE’ TIRRENI ʺDal primo gennaio 1994 esperti in costruzioni abusiveʺ, adesso l’Amministrazione Servalli paga le conseguenze dell’eccessiva permissività, di leggi regionali assenti e di condoni, da allora mai più praticati. Pronti sulla scrivania della dottoressa Antonella Giannelli della Procura di Salerno venti decreti di abbattimento che si attueranno nei giorni prossimi mentre lunedì prossimo è previsto un tavolo di confronto Comune – Procura in quanto 2.300 famiglie rischiano ragionevolmente di vedersi demolire l’abitazione con conseguente escalation di manifestazioni di dissenso.
Prosegue ad oltranza quindi il sit-in degli abusivi all’ingresso di Palazzo di Città dopo la demolizione della casa di Pina Fariello, abusiva ed acquisita al patrimonio comunale, dal quale si alzano minacce di denunce circa l’iniquità del sistema nel quale si trovano coinvolti che vede, stando alle dichiarazioni raccolte, protagonisti degli abusivismi in città anche politici di spicco ed alcuni appartenenti all’Arma dei carabinieri e della polizia.
«Si scatenerà una guerra tra poveri – minaccia qualcuno – anche perché dovranno spiegarci come è possibile condonare una casa prima della sua costruzione», ed ancora: «Se la casa di Pina deve essere d’esempio devono essere demolite tutte le case abusive della città. La legge dovrebbe essere uguale per tutti, ma noi non abbiamo santi in paradiso».
I dimostranti inoltre che si definiscono ʺsempre i soliti dieciʺ lanciano accuse verso gli altri abusivi della zona in quanto mai presenti a qualsiasi manifestazione come se fossero sicuri che la demolizione non li riguarderà.
Insomma siamo appena all’inizio ed il clima è già rovente, clima, che stando alle normative vigenti si poteva evitare applicandole, non permettendo la costruzione ab origine degli abitati, risolvendo in maniera diversa la questione che si è rivelata solo una scomoda eredità testamentata sulla cute di una fascia di elettorato debole con la rassicurazione che nessuno le avrebbe mai toccate.
Adriano Rescigno – Le Cronache
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