Si spera che un domani saranno accertate le responsabilità dal 1980 al 2011. Dopo trent’anni si conclude una delle vicende storiche più complicate della città.
NOCERA INFERIORE. A brevissimo i proprietari del suolo di via Canale saranno risarciti. Già partiti i bonifici per un ammontare complessivo di 1.346.981,54 euro a favore degli eredi Russo, il 20% delle cifre favoleggiate negli anni scorsi. L’ammontare è relativo all’occupazione del suolo dall’11 dicembre 1980 (poche settimane dopo il terremoto, per installare i prefabbricati pesanti per gli sfollati) al febbraio 2001, data di restituzione dell’area ai proprietari.
La somma è stata decisa in base alla sentenza del Tar di Salerno (basta vedere la determina n.322 del 2017 del segretario generale del Comune) con una detrazione in contestazione di 300mila euro. Ora l’amministrazione del sindaco Manlio Torquato chiederà la revoca del pignoramento dei beni comunali avanzato dagli eredi Russo. Si chiude così una pagina dolorosa per la città, specie per le casse comunali, che ha visto un’area centrale di 5.445 metri quadrati per anni in mano ai parcheggiatori abusivi prima di essere restituita nel 2001 alla proprietà e poi concessa in fitto allo stesso Comune per l’attuale parcheggio gestito dalle cooperative prima e dalla Multiservizi oggi.
Per anni sulla vicenda si sono alimentati scontri e chiacchiere, spesso scadute nel personale, senza che mai nessuno mettesse un punto fermo ad un esborso senza fine, a un fiume di denaro che le casse comunali hanno dovuto pagare. L’amministrazione Torquato ha chiuso questa trentennale partita (al netto di altri ricorsi) e verrebbe da chiedersi perché non sia stata fatto dalla precedenti amministrazioni. Tutti gli schieramenti politici, infatti, in questi anni, hanno sostenuto che l’area di via Canale era fondamentale per la viabilità e la vivibilità cittadina ma solo nello scorso dicembre sono state avviate le pratiche per l’esproprio del suolo per farne un parcheggio pubblico.
Pensare che il costo dell’esproprio si aggirerà sui 3-400 mila euro e, se non ci saranno intoppi, entro l’anno il progetto comunale potrà essere completato. La soluzione finale. Non si comprende nemmeno perché in trent’anni nessuno si sia mosso per avviare una nuova pratica di esproprio, visto la bocciatura dell’occupazione. Solo con il Puc, approvato il 2 agosto 2016, poi, l’area è stata classificata con una destinazione a parcheggio pubblico. Quali interessi si celavano dietro quest’area? Quali complicità in decenni ci sono state tra “sconosciuti” e gli stessi uffici dell’Ente e qualche politico? Qual era il progetto altamente speculativo che qualcuno poteva voler realizzare?
Il suolo è stato restituito nel 2001 ai proprietari, perché il Comune per così tanti anni non si è mosso verso la soluzione definitiva, con almeno l’individuazione della previsione urbanistica? Perché si è dovuta attendere l’amministrazione Torquato per chiarire la vicenda negli esatti termini in cui era, applicando la sentenza della magistratura?
Dagli errori degli uffici tecnici negli anni ‘80 nelle pratiche di occupazione alla non fermezza degli anni a venire, il salasso per le casse comunali ha molti padri.
Un terreno pagato tre volte. Una storia incredibile a spese del Comune.
«E noi paghiamo». Così dovremmo dire per la vicenda di via Canale. Poiché la legge stabiliva che l’indennità di occupazione era pari al 25% del valore di mercato, in quattro anni si è raggiunto di fatto il prezzo pieno. Conseguentemente dal 1980 al 2001 il Comune ha pagato per l’occupazione di quel suolo almeno 3-4 volte il suo valore reale, senza averne la proprietà.
Un salasso certamente per le casse del Comune.