Mai tanti come prima in campo, per ora, poi vedremo le schede. La strategia in atto da parte di varie forze politiche ad aumentare il numero di aspiranti sindaci per assicurarsi il ballottaggio alle prossime amministrative.
NOCERA INFERIORE. Tanti i candidati a sindaco per le amministrative. È l’elemento caratteristico di questa campagna elettorale che, oltre ai primi cittadini, vede anche la presenza di diverse coalizioni. Una sorta di anteprima delle elezioni politiche del 2018, ci si avvia infatti verso un sistema proporzionale: ciò produce e produrrà, una frammentazione dell’arco politico, sia a livello nazionale e sia a livello locale.
La scomparsa del sistema maggioritario dettato dalla Corte Costituzionale, più che dalla volontà del Parlamento, ha aperto la strada alla formazione di nuovi partiti. Sono “60 milioni di partiti” come il titolo della canzone della band bognese “Lo Stato Sociale“, quindi tradotto in parole povere: un italiano vale un partito. Un concetto valido anche per il nostro territorio: tante coalizioni, tante liste, tanti candidati sindaci. Tale frammentazione, in particolare la discesa in campo di molti candidati a primo cittadino, favorisce una diluizione del voto ed aumenta le probabilità di sfidare il sindaco uscente al ballottaggio. Sembra quasi che gli stessi candidati sindaco, tifino per la discesa in campo, del maggior numero possibile di primi cittadini in queste elezioni.
Più candidati sindaci sono, maggiori sono le possibilità di scardinare la forza elettorale del sindaco uscente.
Una tesi che coinvolge in modo trasversale tutti, quasi un gioco di squadra (probabilmente non voluto) per depotenziare chi sulla carta è più forte. In quesa fase della campagna elettorale più che pensare ai programmi (in pochissimi a presentarli), si spera invece di allargare il fronte “candidati sindaci“.
Sarà una strategia politica, porterà sicuramente allo scopo sperato, ma desta confusione soprattutto tra gli elettori. Una scheda elettorale “affollata” di nomi, se da un lato garantisce la democrazia, dall’altro favorisce la dispersione del voto.
Con meno nomi, ci sarebbero più proposte chiare e maggiore attenzione per il futuro di Nocera.
Giuseppe Colamonaco – Le Cronache