Tutti coloro che sono stati a contatto con l’ammalato hanno dovuto sottoporsi agli antibiotici come previsto dai protocolli. Dopo la diagnosi è stato disposto il trasferimento presso l’ospedale Cotugno di Napoli. Massimo riserbo su generalità del paziente.
Quando è stata effettuata la diagnosi precisa era già troppo tardi, tutto il personale del pronto soccorso e alcuni di altri reparti erano già entrati in contatto con il paziente senza alcuna precauzione. Caso di meningite al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno”.
Il paziente, stando ad alcune indiscrezioni trapelate, sarebbe arrivato nel pomeriggio di ieri e, non appena è stata effettuata la diagnosi, supportata dagli esami clinici, è stato trasferito nell’ospedale Cotugno di Napoli dove è stato sottoposto alle cure mediche richieste dal caso. Ovviamente vige il massimo riserbo sia sull’identità del paziente, di cui al momento non si conosce neppure il sesso, sia sulla provenienza dello stesso. Non si sa se è arrivato al Ruggi da altro ospedale oppure dal proprio domicilio.
Non appena è stato appurato che il soggetto era affetto da meningite, al Ruggi è scattato il piano di profilassi a cui sono stati sottoposti tutti coloro che sono stati in contatto con l’ammalato: personale del pronto soccorso e di alcuni reparti. Tutti hanno dovuto cominciare una terapia antibiotica a base di Ciproxin così come prevede il protocollo in casi simili. Nessun rischio, invece per coloro che nello stesso momento dell’arrivo del paziente in ospedale stavano aspettando il proprio turno per essere visitati.
Infatti, la profilassi viene adottata solo per coloro che sono entrati in contatto in modo diretto con il paziente.
La Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera in una nota intende precisare:
“Nella giornata di ieri – si legge – alle ore 14.56, è stato accettato al triage un uomo del 1972, A.P., trasportato dal 118 perché trovato a terra, in stato di incoscienza, da alcuni congiunti. L’uomo è stato suturato per una ferita all’arcata sopraciliare e, in considerazione della caduta e di un pregresso intervento chirurgico al cranio, è stato sottoposto, oltre ai consueti esami di routine, ad esame TC Cranio, risultato negativo. Nel corso dell’osservazione il quadro clinico del paziente si è andato via via definendo; infatti il paziente, che all’ingresso aveva come temperatura 37.00, al controllo alle ore 18.00 registrava un innalzamento fino a 39°”.
“Il medico del pronto soccorso nella rivalutazione – continua la nota – ha chiesto consulto infettivologico a seguito del quale, si è proceduto con rachicentesi che ha evidenziato un liquor torbido. In attesa dell’esito è scattato il protocollo con contatti immediati al Cotugno di Napoli che si è dichiarato disponibile ad accettare il caso. L’esito del vetrino “meningite emofilus influenza” è stato l’ultimo passo prima dell’immediato trasferimento alle ore 19.38. Il medico di guardia ha avvisato prontamente la direzione sanitaria di questo ospedale che ha contattato il dirigente medico dell’ASL che già questa mattina ha avviato la profilassi per i congiunti del paziente”.
Da rilevare che in sole 4 ore un uomo giunto al pronto soccorso con indicazioni mediche assolutamente distanti da una meningite, è stato curato, sottoposto a tutti gli accertamenti e gli è stata individuata una forma di meningite che in mattinata è stata confermata anche dai medici dell’Ospedale Cotugno di Napoli: la sua possibile trasmissione avviene solo per contatto diretto; ad una distanza di un metro e mezzo dal paziente si è al sicuro e non è necessario adottare alcuna precauzione.
In ogni caso, anche nelle fasi iniziali, l’uomo, va sottolineato, è stato gestito in un box singolo dotato di tende impermeabili. Nessuno è stato esposto al contagio e solo il personale medico e del comparto che ha gestito il caso è stato in via precauzionale e in attesa della conferma eziologica, avviato alla profilassi antibiotica, farmaci di cui l’Azienda Ospedaliera è dotata in ogni reparto e in grandi quantitativi. L’episodio non ha determinato alcun ritardo nella cura degli altri pazienti, nessun allarmismo si è determinato e non è stata richiesta alcuna procedura straordinaria per la bonifica degli ambienti.