Il Gruppo De Falco – Masola non si presenta all’incontro. Dipendenti sul piede di guerra. Forfait all’assemblea dei soci e dal Sindaco Pascarelli di Roccapiemonte. Silba SpA ad un passo dalla liquidazione.
A vuoto l’ennesimo tentativo di dialogo promosso dal Sindaco del Comune di Roccapiemonte Andrea Pascarelli che vede di nuovo assenti la famiglia ‘’De Falco – Masola’’ titolare del 50% delle quote societarie della ‘’Silba SpA’’ società che gestisce i centri medici di riabilitazione ‘’Villa Alba’’ di Cava de’ Tirreni, ‘’Villa Silvia’’ e ‘’G.F Montesano’’ di Roccapiemonte, che inevitabilmente dopo l’ennesimo forfait e gli ennesimi dinieghi di responsabilità del gruppo sopra citato è ad un passo dalla liquidazione, che tradotto in terminologia semplice equivale ad affermare: licenziamento per 330 dipendenti e 500 ospiti delle strutture spostati in blocco in altri centri dopo aver trascorso l’intera esistenza tra mura definite amiche. Dopo la notizia dell’assenza che come il rumore di un tuono ha sconquassato le anime dei dipendenti delle strutture, immediatamente è montata rabbia e protesta all’interno dei centri dei quali questa mattina un affranto amministratore Giovanni di Giura dovrà presentare i libri contabili al tribunale delle imprese di Napoli, salvo un contrordine ed una salvifica presa di coscienza da parte della famiglia ‘’De Falco-Masola’’, atto equivalente alla revoca delle convenzioni con le Asl competenti per territorio e la chiusura dei centri che verranno affidati alle decisioni di un liquidatore terzo.
Assenza del gruppo ed anche dei legali dello stesso ‘’De Falco – Masola’’ anche durante l’assemblea dei soci che avrebbe dovuto incaricare il consiglio di amministrazione del varo di un piano di divisione societaria che avrebbe messo fine alle beghe societarie causate dai ‘’raffreddori’’ di qualche ex amministratore che nell’incontro non avvenuto ieri avrebbe dovuto presentare al primo cittadino Pascarelli le delibere assembleari del 14 dicembre 2012, 8 novembre 2013, 13 giugno 2014 dove la stessa famiglia si impegnava a promuovere un progetto di divisione ad ora non adottato ed avvolto da un assordante silenzio.
La situazione è giunta al punto di non ritorno. La parola dunque non la chiedono gli archivi e le carte impolverate bensì i dipendenti che non prestando attenzione alle gelosie societarie, bensì chiedono solo la salvaguardia del posto di lavoro:«La famiglia De Falco non ha coscienza! – a gran voce i dipendenti in protesta – Dopo anni al timone attraversando le acque della cattiva gestione, il nostro lavoro è stato salvato nel 2014 da un ‘’sudato’’ contenimento delle spese promosso da Giovanni di Giura, e di nuovo, ora, a causa di un ennesimo loro capriccio ci troviamo sull’orlo della liquidazione, immotivata in aggiunta, poiché l’azienda è sana. Probabilmente quanto sta accadendo visto che si protrae da anni, è una incomprensibile premeditazione. Mirano allo spedirci per strada».
Come già preannunciato Antonio De Sio, coordinatore Cisl Fp conferma ieri mattina nelle sale del Palazzo di Città di Roccapiemonte, l’impegno della sigla sindacale da lui rappresentata a costituirsi parte civile in un probabile, adesso quasi irrimediabile, procedimento giudiziario. Il dottore Andrea di Giura dichiara in ultimo che: « lo stato di liquidazione potrà essere superato attraverso la condivisione di un progetto di scissione serio e corretto che porti alla separazione delle due famiglie nel più breve tempo possibile. Non si comprende perché la famiglia De Falco non sia dello stesso intendimento!» Intendimento sul quale fortemente ci si interroga. La famiglia ‘’De Falco – Masola’’, mentre conferma, tramite carta e ceralacca al Sindaco Pascarelli che la società è viva, al contempo la fa collassare il tutto con la liquidazione. Il tutto è il contrario di tutto, allo stato dell’arte senza rispetto dei dipendenti, dei pazienti e della storia di un’azienda fondamentale e strategica per il mezzogiorno d’Italia.
Adriano Rescigno – Le Cronache