Usavano gli ospedali di Sarno e Scafati come casa loro

Dal Toradol al Muscoril i farmaci rubati. Duro intervento di De Luca.

Usavano l’ospedale e i dipendenti Asl come se fossero “una cosa di loro proprietà” ed avevano messo insieme un sistema in cui tutto, era dovuto e concesso grazie anche alla complicità di alcuni colleghi che per amicizia, e forse prendendo anche un po’ sottogamba la situazione, assecondavano il loro giro di amici e conoscenti, che avevano accesso a tutti i servizi dell’ospedale in maniera gratuita. A questo quadro si è aggiunto un giro di farmaci rubati ritrovati dai carabinieri della stazione di San Valentino Torio e da quelli del reparto territoriale di Nocera Inferiore nelle case degli indagati. Dai più comuni analgesici, fino anche a dei pericolosi farmaci ospedalieri che dovevano essere utilizzati solo ed esclusivamente all’interno di un nosocomio e sotto stretta osservazione medica.

Questi farmaci venivano usati, invece dai loro amici con una prescrizione alla buona, fatta a telefono, magari semplicemente ricercando una “Toradol” oppure un “Muscoril”, su indicazione dell’amico di Ferrante, come “gancio” in ospedale per trovare i medicinali sperati. Bastava il supporto di un medico e collega compiacente per firmare una prescrizione senza neanche fare una visita e poi procedere alla cessione di farmaci agli “amici degli amici”. Un giro scoperto dai carabinieri per caso partendo da un’inchiesta per droga e che poi è andata a finire anche all’ospedale di Scafati dove Strino, invece, si appropriava dei farmaci utilizzando anche l’appoggio e il sostegno di Ferrante.

Quando si erano visti scoperti, i carabinieri avevano stretto il cerchio intorno a loro ehanno provato a nascondere i farmaci rubati e nelle intercettazioni telefoniche la frase “nascondi tutto” oppure il tentativo di nascondere il materiale scottante a casa delle due straniere residenti a Sarno, dimostrano secondo la Procura la loro colpevolezza. Con lo stesso sistema alla buona ,venivano anche effettuate analisi ed esami diagnostici ad amici e conoscenti regalando attraverso il supporto del triage codici verdi o gialli, ma anche rossi ai loro conoscenti per evitare il pagamento del ticket e quindi causando all’Asl e allo Stato una perdita economica considerevole.

Emblematico che tra i coinvolti ci sia anche un medico marito del direttore amministrativo dell’ospedale di Nocera Inferiore, nonchè altri nomi noti vicini agli ambienti politici. L’indagine potrebbe non concludersi facilmente perché oltre i danni di natura penale-personali, ce n’è potrebbero essere anche altri di natura professionale e per cui lato adesso dovrebbe prendere provvedimenti chiedendo anche il risarcimento dei danni agli indagati.

Lunedì gli interrogatori per i 4 operatori.
Saranno interrogati lunedì alle 9 in Tribunale a Nocera Inferiore, i 4 infermieri e operatori degli ospedali di Sarno e Scafati coinvolti nell’inchiesta coordinata dal pm Roberto Lenza. Sono accusati a vario titolo di peculato e di aver rubato farmaci ad esclusivo uso ospedaliero per scopi privati. L’operazione messa in campo dai carabinieri di San Valentino Torio aveva fatto emergere un giro di furti di farmaci e prestazioni sanitarie ed ambulatoriali gratis erogate attraverso il pronto soccorso dell’ospedale di Sarno fatte senza alcuna autorizzazione ed in maniera illegale, fingendo urgenze o malori inesistenti.

Il Gip aveva emesso quattro delle sei misure cautelari richieste dal pm sul caso: agli arresti domiciliari era finito Alfonso Ferrante, infermiere di San Valentino Torio, padre dell’assessore comunale di San Valentino Torio Enzo Ferrante con delega – tra l’altro – alle politiche sanitarie. Il 50enne residente a Nocera Inferiore, già in passato era stato coinvolto in numerose inchieste, in particolar modo nel 2007 per droga, nel 2008 nell’inchiesta Taurania per il traffico di stupefacenti.
Nel 2010 era stato condannato proprio per droga e quindi sul suo casellario giudiziario risultava una condanna ed aveva avuto – come pena accessoria – l’interdizione perpetua dai pubblici uffici ma nonostante questo, continua a lavorare presso l’ospedale Sarnese.
Nel mirino anche Giovanni Strino, che aveva ottenuto dal giudice un divieto di dimora a Scafati.
Il 38enne di Angri, dipendente della cooperativa “Consorzio Nazionale servizi” in servizio presso l’Ospedale Civile “Mauro Scarlato” di Scafati, è accusato di aver rubato dei farmaci, anche per conto di terzi. Interdizione dai pubblici uffici, invece, per Immacolata Caldarelli di San Giuseppe Vesuviano che per tre mesi non potrà svolgere il suo lavoro di infermiera presso l’ospedale di Sarno.

La 46enne si sarebbe appropriata di confezioni di farmaci ospedalieri e concesso prestazioni ambulatoriali alla figlia fingendo che avesse un malore. Nei guai era finita anche la convivente di Alfonso Ferrante, Concetta Barba, 48 di Nocera Inferiore, dipendente di una cooperativa di pulizie all’ospedale di Sarno che si appropriava di materiale sanitario e farmaci ed inoltre in casa sua avevano anche trovato dei cardellini di specie protetta che non poteva detenere.
Rigettata invece la richiesta di misura cautelare nei confronti di due straniere residenti a Sarno.

Le Cronache
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