Parcheggio di via Canale: pignorati ex uffici comunali, una scuola e un asilo vuoti

Continua la procedura per il recupero da parte dei proprietari di quanto dovuto dal Comune per l’occupazione dell’area dal dopo terremoto ai primi anni duemila.

NOCERA INFERIORE. Pignorati alcuni beni immobili del Comune di Nocera Inferiore. Un pignoramento che giunge alla tappa successiva e che ora individua i beni su cui far cadere la scure.

L’atto è relativo alla vicenda dell’occupazione dell’area, oggi parcheggio, di via Canale che da anni si trascina ed è un incubo per le casse comunali. La notizia è subito corsa su facebook.

Partiamo dall’atto di fine 2016.
Con la procedura sono stati eseguiti i pignoramenti dell’ufficio in via Barbarulo n.75, di 179 metri quadrati (da tempo libero, precedentemente occupato dalla protezione civile comunale); quelli di via Siciliano 57-59, noto come dei tributi, esteso su una superficie di 288 metri quadrati (oggi libero se non in una parte destinato a deposito degli atti del settore comunale); un terreno nella frazione Trivio del comune di Castel San Giorgio, di 8.267 metri quadrati (in fitto); un deposito in via Luciano Gambardella (zona Casale Nuovo) di sette metri quadrati; alcuni appartamenti di un fabbricato in via Gramsci, il cosiddetto palazzo Cassola, per 224metri quadrati complessivi, attualmente vuoti, un tempo sede di alcune associazioni; una porzione di fabbricato in corso Vittorio Emanuele, il cosiddetto Palazzo San Matteo, di 150 metri quadrati (l’ex asilo, ora vuoto, nel cortile dell’edificio che ospita la biblioteca comunale), un immobile in via Caiano con giardino, nella periferia della città, di 409 metri quadrati (da tempo vuoto, è l’ex scuola elementare di Fosso Imperatore).

L’ufficiale giudiziario munito del titolo esecutivo ha dato seguito all’istanza presentata dai proprietari: Ferdinando Maria de Francesco, Armida Russo, Maria Pia Avallone, rappresentati e difesi dall’avvocato Carmine Cosentino.
Continua così l’annosa vicenda del suolo di via Canale, storia che parte da lontano e che vede il suo esordio oltre 35 anni fa, subito dopo il terremoto del 23 novembre del 1980. Nell’area preservata dallo scempio urbanistico degli anni Sessanta e Settanta, il Comune mise, al posto degli aranci e di altri alberi da frutto della proprietà dei Russo, i container per i terremotati.

Poi per anni fu tollerato un parcheggio abusivo, che ha arricchito notevolmente chi lo conduceva senza nessun titolo e nell’indifferenza generale.

Seguì, negli anni Novanta l’istituzione di un parcheggio da parte del Comune affidato alle cooperative di parcheggiatori. Negli anni duemila ci sarà la restituzione dell’area ai proprietari e il riaffido con un contratto di locazione da parte di questi al Comune (da qui nascerà un’altra vicenda giudiziaria ancora irrisolta).

Oggi una delle più importanti aree di sosta della città è gestita dalla Multiservizi e da poco sono state automatizzate le case (con un notevole incremento delle entrate).

Ne è passato tempo da quell’occupazione post sisma e oggi si parla di un esproprio per realizzare (in realtà mantenere) un’area di parcheggio da parte del Comune. Continuerà ancora il trentennale braccio di ferro tra gli eredi Russo e il Comune? Non è da escludersi, sia per il pagamento del prezzo dell’occupazione sia per l’esproprio.

Chissà come finirà, certamente a pagare le spese, o meglio, il conto salato saranno le casse del Comune e quindi i cittadini, e la faranno franca tutti quegli amministratori comunali che negli anni passati hanno di fatto ostacolato una soluzione bonaria al problema e c’è pure qualcuno che ha fatto il furbo: per questi, se non la condanna da parte della Corte dei Conti, ci sarà quella della storia.

Ora il cerino, però, è nelle mani dell’attuale amministrazione comunale che dovrà trovare una soluzione definitiva al problema.

Per il Sindaco Torquato – «Non pregiudica nulla per il Comune… anzi»
«E’ un normale pignoramento immobiliare su beni che fanno parte del’elenco dei beni alienabili del Comune. Non pregiudica nulla per l’Ente Anzi». E’ noto, in verità, che molti immobili pignorati già erano inseriti nell’elenco dei beni alienabili, cioè vendibili e che era in animo, da parte del Comune, di disfarsene.

Ora bisognerà verificare l’influenza che tutta questa vicenda avrà sul bilancio del Comune.

Giuseppe Colamonaco – Le Cronache
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