I pentastellati chiedono che indaghi la Corte dei Conti sulla vicenda dell’area di sosta per stabilire, dal 1980 in poi, gli amministratori e i funzionari che hanno responsabilità. Chiesto che a pagare non sia come al solito la collttività.
NOCERA INFERIORE. «Paghi chi ha sbagliato e non la collettività». Intervengono gli attivisti del M5S di Nocera Inferiore sui pignoramenti di alcuni beni comunali eseguiti dai proprietari dell’area di via Canale, destinata a parcheggio, in forza del risarcimento del danno per l’occupazione dal 1980 alla restituzione agli eredi Russo del bene avvenuto nei primi anni Duemila.
Una vicenda che sta agitando la classe politica nocerina.
«E’ di queste ultime ore la notizia dei pignoramenti immobiliari di diverse proprietà comunali da parte degli eredi Russo per l’occupazione abusiva dell’area di via Canale dove c’è il parcheggio per installare nel 1980 in container per i terremotati – scrivono gli attivisti del M5S -. L’esposizione debitoria del Comune per questa vicenda è molto elevata al punto da rischiare la compromissione del bilancio complessivo comunale, delle attività preventivate e finanche la dichiarazione di dissesto. Senza scendere nei dettagli di tale vicenda molto negativa, il cittadino si pone una legittima domanda: se si è arrivati a tanto in conseguenza di gravi e reiterati errori da parte di Amministratori Comunali dal 1980 in poi, perché a Nocera Inferiore a pagare deve essere sempre la collettività?
Il Sindaco Torquato già sembrerebbe aver escluso qualsiasi possibilità di richiesta di risarcimento dei danni nei confronti dei responsabili in virtù della considerazione che le proprietà pignorate erano già state per la maggior parte dichiarate alienabili da parte del Comune. Tale ragionamento appare semplicistico perché l’interesse delle casse comunali è certamente meglio garantito da una procedura di libera vendita sul mercato che non da una procedura forzata che il Comune è costretto a subire. Il Sindaco Torquato, essendo avvocato ben conosce l’art. 28 della Costituzione che testualmente recita “I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici“.
Pertanto l’attuale primo cittadino dovrebbe chiaramente spiegare alla cittadinanza perché l’art. 28 della costituzione non è applicabile anche in città.
Ci sovviene con forza, inoltre, qualcosa che è molto più recente, che è sotto gli occhi di tutti e che ha appesantito immotivatamente, fortemente ed ulteriormente le casse comunali cioè le opere faraoniche, inutili e costose, poste in essere dalla fine degli anni Novanta al 2011. Prima che giunga la scure della prescrizione a nostro avviso l’attuale Amministrazione comunale avrebbe il dovere morale prima ancora che giuridico di sottoporre al vaglio della Procura presso la Corte dei Conti tutto quanto sopra accennato.
In un contesto comunale finanziario già all’epoca in sofferenza tali spese erano conformi ai principi della buona amministrazione?
Dall’indagine della Procura presso la Corte dei Conti potrebbero scaturire anche un giudizio di conto nei confronti dei responsabili e la consequenziale condanna al risarcimento dei danni.
Il compito della politica (e pertanto del Sindaco e della Giunta comunale) è dare impulso e controllare l’azione amministrativa anche pregressa quando gli effetti si ripercuotono negativamente nella situazione odierna.
Altrimenti la politica a che serve?.