Ecco le nuove leve dello spaccio In 14 finiscono in manette

I vari gruppi partivano dalle loro basi nella periferia paganese, angrese e santgidiese per vendere droga.
I pusher rifornivano di cocaina giovani e professionisti di Angri, Sant’Egidio del Monte Albino e Pagani Quasi tutti incensurati agivano come cani sciolti e stavano crescendo nel panorama criminale dell’Agro.

Operazione antidroga dei carabinieri di Nocera Inferiore e del pm Roberto Lenza sbaraglia le nuove leve dello spaccio. Tutti giovani impiegati a pieno titolo nello spaccio di cocaina tra Pagani, Sant’Egidio e Angri. Nomi nuovi, qualcuno con parenti altisonanti nel panorama criminali, ma tanti giovani alle prime armi che avevano messo su un spaccio di droga in maniera semplice, grazie forse all’assenza di gruppi predominanti, dopo i continui repulisti effettuati dai carabinieri nell’Agro nocerino. La maggior parte sono incensurato, tant’è che il Gip ha disposto 13 ordinanze di custodia cautelari ai domiciliari e per uno solo, visti i precdentei, Antonio Tortora, gli arresti in carcere.

Ieri mattina, per i 14 indagati, l’amaro risveglio dato loro dai carabinieri del reparto operativo di Nocera Inferiore che hanno impiegato cento uomini nell’arrestarli.
I 14 rifornivano giovani come loro ma anche professionisti di Pagani e dei comuni limitrofi. Contati brevi che partivano dalle basi angresi, sant’egidiesi e di via Filettine a Pagani, zona quartiere Arancio, il cosiddetto Bronx.
Tanti giovani, tra i 20 e i trent’anni, alcuni figli di noti artigiani-commercianti, come Fabio Quattroventi o gestori di bar come
Alfonso Eulogio ad Angri.
L’indagine è tutt’altro che chiusa ed è probabile che possa evolversi con nuovi indagati sia sul fronte agro nocerino tra i pusher e in quello torrese-boschese per i fornitori di droga.

La parentele con i zi’ Maist e l’appoggio ai Gionta nel 2012.
Quasi sconosciuti ma tra di loro c’era qualcuno che poteva vantare parenti o vicinanze importanti. Come si poteva chiaramente vedere ieri mattina, diversi parenti degli arrestati si sono presentati davanti alla caserma, tra questi c’erano alcuni riconducibili ai “Zi Maist”, come veniva chiamata la famiglia del boss Luigi Iannaco, un tempo egemone a Sant’Egidio e zone limitrofe. Tra gli arrestati c’è ad esempio Sabato Fiamma, cognome che a Sant’Egidio ricorda proprio uno dei fratellastri di Iannaco.
Alcuni parenti di questi, i Fiamma, nel 2012, diedero ospitalità al latitante Salvatore Paduano, all’epoca 21 anni, reg- gente del clan Gionta di Torre Annunziata.

Le Cronache
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