Due casi in pochi giorni: attivata subito la profilassi per l’azienda dove lavora il 50enne

Nuovo caso di meningite sorprende Cava de’ Tirreni.

Trasportato al plesso ospedaliero di Salerno nel tardo pomeriggio di ieri un cinquantenne già dal 19 gennaio ricoverato al Santissima Incoronata dell’Olmo di Cava de’ Tirreni. Il personale medico del Ruggi d’Aragona fa sapere: «L’uomo non è in pericolo di vita, è in isolamento nel reparto di malattie infettive dopo un breve stazionamento nell’ala dedicata all’Unità di Terapia Intensiva. Non ci sono elementi per collegare questa situazione al caso che coinvolge il bambino di cinque anni colpito dalla stessa infezione nello scorso fine settimana e tutt’ora ricoverato all’ospedale Domenico Cotugno di Napoli.».

Il cinquantenne residente a Cava de’ Tirreni dove lavora in una azienda privata si trovava ricoverato all’ospedale civile cittadino già da giorno 19 gennaio quando in stato di disorientamento è stato accolto dal personale del pronto soccorso. Con il passare dei giorni e la degenerazione dei sintomi, febbre alta ed irrigidimento del collo, arriviamo al pomeriggio di ieri quando è stato deciso il trasferimento d’urgenza ed a sirene spiegate presso la più attrezzata Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, dove dopo alcune ore dal ricovero è stata diramata la diagnosi di meningite grazie al prelievo del midollo spinale effettuato dal personale dell’Unità di Terapia Intensiva.

Contemporaneamente alla diffusione della diagnosi veniva allertato il personale medico ed infermieristico sia dell’ospedale metelliano che dell’ospedale ove attualmente è ricoverato l’uomo per tempestivamente permettere a tutti coloro che nei giorni e nelle ore precedenti hanno interagito con il paziente di sottoposti alla profilassi prevista dalle procedure del Ministero della Salute.

«Tutte le procedure sono state attivate per scongiurare qualsiasi altro pericolo di contagio» commenta Vincenzo Servalli, Sindaco della Città di Cava de’ Tirreni sotto i cui portici in maniera fulminea è partito il tam tam delle telefonate agli amici, parenti e colleghi di lavoro dell’uomo, le cui generalità sono ancora ignote, affinchè si possa ricostruire la tela degli incontri e dei luoghi frequentati sin dal 9 gennaio per permettere ai coinvolti ed agli addetti ai lavori di trovare presto rimedio ad una eventuale diffusione del battere che causa l’infiammazione delle meningi e che è ancora purtroppo causa di decessi.

Non è ancora noto se l’uomo si sia sottoposto all’apposita vaccinazione, sicuramente alla quale non è stato sottoposto il piccolo cavese di 5 anni che nello scorso week-end è stato trasferito dal plesso ospedaliero di Cava all’ospedale partenopeo Domenico Cotugno dove tutt’ora staziona in condizioni cliniche meno gravi ed in miglioramento.

Il collegamento tra i due casi viene categoricamente escluso dal personale medico del Ruggi d’Aragona mentre il centralino delle Distretto Sanitario metelliano è sotto assedio dalle preoccupate telefonate di cittadini preoccupati.

Adriano Rescigno – Le Cronache
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